Roma, 14 set – “Penalizzato dalla Dad”: a Bari uno studente bocciato è stato promosso con decisione del Tar. Lo studente a causa della didattica a distanza non ha potuto frequentare alcun corso di recupero e il Tar della Puglia lo fa promuovere. Accolto il ricorso dei genitori di un alunno del primo anno di un liceo scientifico.
Bocciato dai prof e promosso dal Tar: “Profitto carente dovuto alla Dad”
“La straordinarietà di un anno scolastico caratterizzato dalla non facile organizzazione di lezioni in una modalità inedita e tale da privare gli studenti del contatto indispensabile con docenti e habitat scolastico spiega a sufficienza il carente profitto scolastico, da ricercare nelle problematiche connesse alla didattica digitale“. E’ quanto si legge nella sentenza secondo cui è stata proprio la Dad la principale causa della bocciatura dello studente. In particolare in quanto alunno di prima superiore.
“Modalità non ortodossa nello svolgimento delle lezioni”
Infatti i giudici hanno tenuto conto di come “l’anno scolastico 2020/2021 ha fatto registrare un larghissimo impiego della didattica a distanza, il che ha senz’altro costituito fattore di notevole difficoltà, con inevitabili ripercussioni sull’andamento scolastico dei singoli discenti. La mancanza di corsi di recupero o la non continua attivazione degli stessi – si legge nella sentenza – ha impedito al giovane discente di acquisire piena consapevolezza delle criticità nella preparazione maturata fino ad un certo punto”. Questa mancanza di consapevolezza non gli ha permesso di “rimediare ad un profitto certamente non adeguato in alcune discipline”. Anzi, la situazione di difficoltà si è perpetuata nel tempo a causa di una “modalità non ortodossa nello svolgimento delle lezioni, tanto più per un alunno di prima superiore”.
Favorevole anche il preside: “Non si doveva bocciare nessuno quest’anno”
Il Tar ha tenuto conto anche del parere del preside del liceo, contrario alla bocciatura dello studente. “A mio avviso non si doveva bocciare nessuno quest’anno, per gli ovvi motivi che conosciamo: la Dad non è assolutamente paragonabile alla didattica in presenza”, ha dichiarato il preside. Quello dello studente del primo liceo non è l’unico caso. Alcuni giorni fa, lo stesso Tar aveva però rifiutato un altro ricorso contro la bocciatura di un alunno di una scuola della provincia. In quel caso, al contrario, l’impreparazione dell’alunno, secondo la sentenza, non è stata ritenuta come effetto delle difficoltà connesse alla Dad. In sostanza, non aveva studiato abbastanza.
Ludovica Colli
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