Roma, 9 apr – C’è un punto fondamentale che sembra uscito dall’agende politica di questi giorni: la tutela dei cosiddetti “non garantiti”. Mentre si parla delle trattative all’Eurogruppo e si discute – giustamente – delle misure insufficienti del cosiddetto Dl liquidità destinato alle imprese, resta in sordina la questione dei milioni di lavoratori in nero, o con collaborazioni occasionali e intermittenti per i quali in questi giorni si è vociferato di un possibile “reddito di emergenza” che dovrebbe rientrare nel cosiddetto decreto aprile. Dovrebbe, perché al momento non c’è certezza. Si tratta di milioni di persone che non hanno alcuna tutela e che iniziano a finire i soldi, che potrebbero avere (se già non ce l’hanno) problemi a fare la spesa per mangiare.
La rabbia di Tor Sapienza
Una rabbia che non va sottovalutata e che era stata presa in considerazione solo qualche settimana fa, con l’allarme dei servizi segreti sul “pericolo di rivolte al sud”. Un allarme che sicuramente va esteso anche alle sconfinate periferie romane, già vessate dal degrado e dalla povertà ben prima dell’emergenza. “Qui lavoriamo tutti in nero, è dura. Spero che i governanti non ci facciano arrivare a fare un gesto brutto”, dice uno dei cittadini intervistati dalla Stampa sotto le case popolari del quartiere romano di Tor Sapienza. Il “gesto brutto” di cui si parla è il possibile assalto al supermercato. “Qui è un attimo a prendere dieci teste matte andare al Carrefour e fare la spesa proletaria. E poi che mi dici? Mica sto rubando in gioielleria, vengo a prendere pasta e olio”.
“E’ finito il tempo delle canzoni”
“L’entusiasmo che c’era i primi giorni di canzoni e cose è passato”, spiega il cittadino, nel silenzio della strada deserta interrotto ogni tanto delle urla che provengono dalle finestre dei caseggiati. “Perché portare il popolo a fare una cosa del genere, a fare la spesa proletaria“, dice un altro cittadino esasperato. E rincara la dose. “Hanno aumentato tutto, pasta, verdura, è una vergogna. Poi se vai a rubare tu sei un delinquente. State a casa non vi preoccupate? Qui non hanno capito”. “Se ne accorgeranno quando assalteremo il supermercato” gli risponde un altro cittadino. Al di là dell’esempio specifico di Tor Sapienza, forse la necessità di mettere fisicamente – e in fretta – i soldi in tasca ai cittadini per superare l’emergenza, come fatto da altre nazioni, dovrebbe essere una priorità.
Davide Romano
1 commento
I nostri politicanti sono delle comparse, dei burattini che non rappresentano nessuno: sono espressione d’un algoritmo o di giochi di prestigio… Vivono in una realtà parallela e privilegiata…. Finché dura!