Roma, 15 nov — Non voleva conformarsi agli obblighi previsti dalla sua religione e rifiutava di girare per Ostia con il capo coperto dal velo islamico: per questo motivo il fratello e i genitori l’avrebbero sottoposta a violenze brutali. Fino alla denuncia ai carabinieri.
Rifiuta il velo islamico, 14enne bengalese riempita di botte
E’ la drammatica vicenda di una 14enne bengalese residente a Ostia, vittima della furia parentale — la madre e il fratello — perché si sarebbe opposta ai dettami islamici. La ragazzina, a quanto pare, preferiva seguire uno stile di vita all’occidentale: quello, cioè, adottato dalle amiche e dalle compagne di classe. Il fratello, in particolar modo, non voleva sentire ragioni: la 14enne doveva portare il velo islamico. La sua collera l’aveva mandata dritta all’ospedale con un trauma cranico. Una violenza bestiale. A quel punto la vittima si è rivolta ai militari dell’Arma. Le ipotesi di reato ventilate dalla procura dei minori di Roma nei confronti della madre e e del fratello maggiore sono di maltrattamenti e lesioni personali.
Trauma cranico
Dopo l’ennesimo episodio di violenza a base di pugni, calci, schiaffi avvenuto sabato sera a Ostia la giovane ha deciso di denunciare i familiari. All’ennesimo rifiuto di portare il velo islamico il fratello 17enne l’aveva prima scaraventata contro una parete e poi le aveva sbattuto la testa su un mobile. L’ambulanza del 118, intervenuta prontamente sul posto, ha trasportata all’ospedale Grassi dove i medici le hanno riscontrato un trauma cranico. Dopo qualche ora di osservazione per verificare il suo stato di salute, la 14enne è stata trasferita in una struttura protetta per minori vittime di violenza. «Mi vogliono mandare in Bangladesh», ha raccontato ai carabinieri la ragazzina nel corso della lunga deposizione disseminata di particolari raccapriccianti. Il caso è stato segnalato alla procura dei minori di Roma.
La condanna della Lega
Il senatore della Lega William De Vecchis ha stigmatizzato con forza la vicenda: «La vergognosa aggressione subita ad Ostia da una adolescente originaria del Bangladesh ad opera della madre e del fratello perché rifiutava di indossare il burqa e di seguire con maggiore intensità i precetti dell’Islam, è inaccettabile e va condannata con fermezza», ha commentato. «Episodi così drammatici sono intollerabili per una democrazia come la nostra che nella sua legge fondante, la Costituzione, prevede il rispetto delle diversità, delle differenti opinioni e della scelta religiosa».
Cristina Gauri
3 comments
la sboldrona che dice?
commenti non prevenuti,eh?
Dovremo andare pure in missione nel Bangladesh per importare solo interi nuclei familiari (altrimenti non vengono!), già avvezzi alla “ns.” democrazia laica, ateo guidata ?! Sempre a spese ns. s’ intende.
Lasciamoli a casa loro, si comportano come le locuste e sino a prova contraria, non sono facilmente digeribili, commestibili. Visto poi che ci si riempie la bocca d’ igiene, di haccp, abbiamo veramente una idea di dove e come si collochi il loro livello da questo punto di vista? L’ uomo non è ancora un software!
Ma come?
Per l’Europa il velo islamico non era segno di libertà ?