Roma, 2 ott โ Pietro Fassino, ex sindaco di Torino, รจ stato rinviato a giudizio e dovrร comparire di fronte a giudici nell’ambito dell’inchiesta sulla passata gestione del Salone del libro nel capoluogo piemontese. Il processo non รจ perรฒ imminente, si aprirร infatti il 17 maggio 2021 e l’attuale deputato del Pd era tra i 29 imputati. Il tribunale di Torino ha disposto il rinvio a giudizio anche per altre 16 persone, tra i quali l’ex assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Antonella Parigi, e due ex presidenti della Fondazione per il libro: Rolando Picchioni e Giovanna Milella.
“Ho sempre agito con assoluta correttezza e trasparenzaย – ha detto Fassino – con l’unico obiettivo di evitare che il Salone del Libro potesse essere a rischio e Torino subisse un gravissimo danno. Ho sempre scrupolosamente ottemperato alle leggi vigenti e aderito, in ogni passaggio, alle indicazioni dei consulenti legali”. Se le cose stanno davvero cosรฌ, il parlamentare dem non ha nulla da temere dal processo. “Il proscioglimento deciso oggi dal giudice relativo all’affidamento diretto della gestione 2015 del Salone โ ha poi aggiunto l’ex sindaco di Torino – conferma la correttezza del mio operato che non dubito sarร riconosciuta anche per le due imputazioni oggetto del rinvio a giudizio”.
Le accuse
Ma di cosa sono accusati esattamente gli indagati? A vario titolo di peculato, falso in bilancio e turbativa d’asta. Quella sul Salone del libro รจ un’inchiesta nata nel 2015 dall’ipotesi di peculato che venne contestata all’ex presidente della manifestazione dell’editoria Rolando Picchioni che nello specifico, secondo il pm Gianfranco Colace, avrebbe speso circa 850mila euro nell’arco di cinque anni โper finalitร personali e comunque estranee alle finalitร โ della Fondazione pubblica che presiedeva. Lo stesso Picchioni, giร parlamentare della Dc nonchรฉ ex sottosegretario alla Cultura tra il 1978 e il 1981, per la procura avrebbe avuto una gestione abbastanza โallegraโ della fondazione in questione.
Stando sempre all’accusa, per i concorrenti era diventato praticamente impossibile partecipare alle gare pubbliche. A titolo esemplificativo, l’edizione del 2015 fu affidata direttamente alla filiale italiana di Gl Events, che ha in gestione Lingotto Fiere. Il tutto โcon la fittizia motivazione dell’urgenza, cosรฌ evitando di effettuare le procedure di evidenza pubblicaโ, ma pure con โcollusioni e altri mezzi fraudolentiโ. Per questi motivi la procura adesso contesta la turbativa d’asta a Fassino, all’ex presidente della Fondazione e ad altre quattro persone.
Alessandro Della Guglia
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