Roma, 23 lug – “Ci rimangono tre carri, contrattacchiamo”. Il messaggio della Divisione Ariete a El Alamein è noto a tutti e per tutti rappresenta uno straordinario esempio di eroismo. Ma un po’ più a nord, in Sicilia, giusto un anno dopo la battaglia in Egitto contro l’Armata britannica, un altro incredibile esempio stupì i nemici che lo ebbero di fronte. Fu quello di un altro italiano, nato a Sesto Fiorentino (Fi) il 30 settembre 1920. Si chiamava Sergio Barbadoro e a disposizione, da schierare contro un’autocolonna americana, non aveva neanche un carro. Aveva se stesso e un piccolo cannone, eppure contrattaccò ugualmente. Lo fece come soltanto gli eroi sanno fare, restando al suo posto fino all’ultimo. Senza rinforzi, senza più munizioni né possibilità di contattare qualcuno.
L’ultimo leone
Barbadoro restò lì, abbarbicato sul passo di Portella della Paglia, per difendere Palermo dall’invasione degli alleati. Ne era ben conscio, il suo gesto non avrebbe cambiato le sorti del conflitto, ma avrebbe ritardato un’avanzata, magari di qualche minuto, al massimo di un’ora o forse due. E così in effetti avvenne, la mattina del 22 luglio 1943 Barbadoro morì ma agli americani che lo ebbero di fronte saltarono i nervi, per il tempo perso, e qualcuno saltò pure in aria, centrato dalle ultime sventagliate di quel 22enne toscano che non ne voleva sapere di farli passare. Perché quella era comunque la sua terra, a un migliaio di chilometri dal paese natio scorrevano sempre e per sempre le arterie della storia italiana.
CasaPound riqualifica il cippo
Il rischio allora è che questi esempi si perdano nel tempo, finendo nel dimenticatoio, ignorati dai più. E’ quindi degno di nota l’omaggio che CasaPound ha voluto rendere ieri a Sergio Barbadoro, riqualificando il cippo a lui dedicato proprio lì, nel luogo dove resistette da ultimo leone tricolore. “Abbiamo voluto omaggiare un eroe italiano che ha donato la propria vita alla giovane età di 22 anni per difendere il tricolore – si legge nella notte di Cpi – riqualificando il cippo a lui dedicato in località portella della Paglia e ponendovi un omaggio floreale”.
Perché la sua figura è “un esempio di abnegazione nei confronti della propria Nazione e di amor di Patria”, che spinsero “questo giovane sottotenente toscano a bloccare l’avanzata delle truppe alleate con uno sparuto manipolo di soldati e un solo pezzo di artiglieria pesante per ben 9 ore, senza recedere di un millimetro e infliggendo pesanti perdite al nemico fino al momento in cui trovò la morte”. Per questo “reputiamo necessario onorare e far riscoprire frammenti nascosti della nostra storia – si legge ancora nella nota di CasaPound – anche per contrastare quei tentativi di decostruzione e manipolazione della cultura e della storia palermitani con cui personaggi di dubbia autorità vorrebbero cancellare la memoria dei nostri eroi”.
Alessandro Della Guglia