Roma, 1 mar – Questa settimana lascerò i miei consueti temi culturali, sottoculturali o sportivi per dedicarmi all’umorismo. Del resto sono tempi già abbastanza cupi che ogni tanto farsi una risata non può essere altro che salutare. Ecco quindi che oggi vi svelerò tutti i segreti del “Fastidiosgate” (giuro, gli antifa lo hanno veramente chiamato in questo modo, manco avessimo a che fare con le sorti dell’umanità, ma del resto è sempre tipico loro fare di qualsiasi idiozia un caso da non dormirci la notte…). Preparate i pop corn!
Chi sono i Los Fastidios
Se buon per voi non doveste conoscere tale band, possiamo dirvi che i Los Fastidios nascono a Verona nel 1991 come band street punk. Dopo un iniziale avvio non politico, comunque non certamente di sinistra, il cantante Enrico riposiziona sempre più il gruppo su posizione antifasciste, antirazziste e chi più ne ha più ne metta. Creandosi così un certo giro anche in ambito internazionale, in particolare legandosi a tifoserie come quella dell’Olympique Marsiglia, del St. Pauli e del Celtic Glasgow.
Tralasciando per un attimo l’ambito politico, Enrico, la moglie Elisa e tutta la serie di personaggi più o meno pittoreschi che negli anni si sono avvicendati, producono una musica dal suono risibile con testi che sembrano scritti da bambini dell’asilo con seri problemi cognitivi, tanto sono banali. Ma tant’è. In un certo ambito probabilmente la cosa non è che sia vista come un problema, anzi. Tutto questo è andato per loro liscio fino a pochi giorni fa, quando una vecchia storia ha spalancato il proverbiale Vaso di Pandora.
Antifascisti contro… antifascisti
Già da qualche tempo è in corso nell’ambiente antifa una sostanziale spaccatura tra l’ala tedesca e quella britannica del movimento. In sostanza, i tedeschi, a partire dalla tifoseria del St. Pauli di Amburgo, hanno preso una posizione “ambigua” per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente. Ovvero da posizioni più neutrali fino ad altre che vedono Israele giustificata nella sua reazione in Palestina dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023. Ben diversa è stata invece la posizione del movimento in Scozia e in Inghilterra, resosi promotore dell’iniziativa Show Israeli Genocide the Red Card, volta a boicottare tifoserie calcistiche e gruppi musicali che non abbiano preso una posizione netta a favore della causa palestinese.
Ed ecco qui che entra in gioca il “povero” Enrico, che si accingeva ad andare in tour nel Regno Unito con la sua band. In pratica salta fuori che nel 2017 i Los Fastidios abbiano suonato in Israele in occasione della festa degli Ultras Hapoel, tifoseria antifa di Tel Aviv. Apriti cielo! A quanto pare i Los Fastidios non avrebbero mai preso una posizione netta e quindi diventano immediatamente “sionisti”. Non solo, spuntano vecchie foto (che peraltro erano un segreto di Pulcinella, ma chiaramente la cosa fino ad ora ai compagni andava benissimo) di Enrico vicino a simboli fascisti, di Enrico nella curva dell’Hellas Verona, di Enrico in divisa da carabiniere. Insomma, “Enrico uno, nessuno e centomila” che amava cantare più in questura che sul palco, che ha cambiato idea politica (ammesso che ne abbia mai avuto davvero una) semplicemente per “nobili” motivazioni economiche.
Il Fastidiosgate
E quindi adesso come vengono chiamati i Los Fastidios? I Los Fascists, perché è risaputo che per codesti personaggi chiunque non la pensi esattamente come loro debba essere fascista, anche se come in questo caso, Dio ce ne scampi e liberi, di fascista costoro non hanno assolutamente nulla! Resta comunque estremamente godibile assistere a questa legge del contrappasso, per la quale chi ha gridato per decenni al “pericolo fascista”, oggi si ritrovi accusato di rappresentarlo lui stesso, in una sorta di cortocircuito che meriterebbe profonde analisi psichiatriche piuttosto che politiche.
Morale della favola: i concerti in Gran Bretagna della band sono in buona parte saltati. Gli antifa, come da loro tradizione consolidata, hanno minacciato i gestori dei locali in caso di esibizione dei Los Fastidios. Pratica che peraltro il gruppo avrebbe grandemente lodato se non ne fosse stato esso stesso la vittima. Ah, maledetto Basaglia!
Roberto Johnny Bresso