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“Mussolini fu il primo populista”. Ecco perché Scurati non ha capito nulla del Duce

by Valerio Benedetti
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Benito Mussolini e Antonio Scurati

Roma, 3 feb – Avete presente gli ultimi decenni di storiografia sul fascismo? Non so, nomi come quelli di Renzo De Felice, George Mosse, Emilio Gentile e tanti altri. Ecco, ora prendete Antonio Scurati, e vi accorgerete che, per lui, è come se questa tradizione di studi non fosse mai esistita. Per chi se lo fosse perso, Scurati è docente alla Iulm di Milano e ha vinto il premio Strega grazie al suo romanzo dedicato a Benito Mussolini, M: il figlio del secolo. Questo romanzo, che si voleva «storico», era in realtà un crogiuolo di imprecisioni ed errori marchiani, che valsero al suo autore una durissima reprimenda di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera.

Scurati arrampicatore di specchi

Ma dalle parti di via Solferino devono essersene dimenticati. Altrimenti non avrebbero consentito a Scurati di sproloquiare sul proprio sito online a proposito di Mussolini e del populismo. In un video pubblicato oggi, infatti, il romanziere ci spiega che il Duce sarebbe «il capostipite, la forma originaria di molti degli attuali leader politici». Su che cosa si fonda l’ardita tesi di Scurati? Sul fatto che Mussolini avrebbe dato pochissima importanza ai programmi, basandosi invece sul suo «fiuto politico» e assecondando i «malumori, gli umori neri della folla». Esattamente come i leader populisti di oggi.

Ignorante o ciarlatano?

Ora, questa descrizione del populismo non è affatto pacifica, e tra i politologi la discussione è ancora aperta. Ma non è questo il punto. Il punto è che ogni storico sa benissimo che – fatto salvo l’innegabile fiuto politico di Mussolini, comune del resto a politici tutt’altro che populisti – le scelte strategiche del futuro Duce furono la risultante di solidi presupposti ideologici e di interpretazioni della realtà ben ponderate. Basti leggere le belle pagine di Zeev Sternhell, Ernst Nolte, A. James Gregor, dello stesso Emilio Gentile e di tanti altri. Far finta che cose come il revisionismo socialista, il sindacalismo rivoluzionario, il futurismo, il pensiero di Nietzsche, l’arditismo civile ecc. non siano mai esistite, o che comunque non abbiano influito sul bagaglio politico-culturale o sull’azione del giovane Mussolini, è decisamente ridicolo. Su tali questioni sono stati versati fiumi d’inchiostro, ma Scurati non ne ha tenuto minimamente conto. Delle due l’una: o Scurati non conosce questa letteratura scientifica, e sarebbe allora un ignorante; oppure l’ha deliberatamente trascurata per forzare la sua tesi traballante, e allora sarebbe un ciarlatano. Nell’uno o nell’altro caso, Scurati non ci fa certo bella figura.

Valerio Benedetti

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Jos 4 Febbraio 2020 - 5:50

“Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare anch’egli un mostro. E se guardi a lungo in un abisso, l’abisso vorrà guardare dentro di te”

Nietzsche

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