Roma, 28 feb – Uno dei primi e più lucidi atti d’accusa verso i crimini di guerra e contro l’umanità commessi dagli USA, dagli Alleati e dall’URSS nei confronti della popolazione civile della Germania sconfitta. Così possiamo definire “Un raccolto di sangue. I crimini degli Alleati e Sovietici contro i civili tedeschi (1945-1947)” di Ralph F. Keeling (ITALIA Storica Edizioni, Genova 2025, 224 pagg., numerose ill. bn, Euro 24,00), disponibile nella traduzione italiana.
Un lavoro tanto più notevole poiché scritto nel 1947 da un intellettuale statunitense. Keeling è tra i fondatori del centro studi Institute of American Economics: dalle devastazioni dei bombardamenti indiscriminati, agli “stupri di guerra”, al deliberato sterminio di decine di migliaia di uomini, donne e bambini tedeschi per fame e malattie e la distruzione del sistema industriale, bancario e agricolo tedesco tramite la parziale applicazione dal 1945 al 1947 del Piano Morgenthau con la direttiva Joint Chief Staff 1067 del 10 maggio 1945, approvata dai presidenti americani Roosevelt e Truman.
Il convincimento d’onnipotenza americano
Si tratta della seconda edizione del libro, arricchita da una sezione iconografica ampliata con fotografie e documenti d’archivio. Un volume importante, perché, come riportato nella prefazione “non abbiamo mai compreso quale sentimento presieda alla libertà di parola e di stampa statunitense. Non sappiamo dunque se nell’establishment a stelle e strisce prevalga un’onestà intellettuale, difficile da attribuire a chi ha fatto del biglietto verde il suo dio o se, più facilmente, regni il convincimento dell’onnipotenza”.
Un atteggiamento “consapevole che qualunque cosa gli ‘altri’ possano dire, essa non intaccherà, se non in aspetti marginali, sovente solo di facciata, la politica intrapresa”.
L’esempio, appunto, è nell’ottimo lavoro del Keeling. Il quale “mostrando saggezza e dirittura morale, poteva criticare la politica statunitense in Germania proprio mentre la sua nazione ne faceva scempio”. Uno scempio “programmato da alcuni anni. E che, a dispetto della levata di scudi mediatica contro il Piano Morgenthau, seguiva pedissequamente i canoni dettati dall’allora ministro del Tesoro. Certo, l’opinione pubblica era felice perché il ‘quinto potere’ aveva svelato i sordidi intendimenti del governo e Roosevelt aveva ritirato il suo placet all’idea – diciamo folcloristica – di ridurre la Germania ad un paese bucolico, sicuramente privo di inquinamento, al prezzo, neppure troppo elevato, di una trentina di milioni di morti, ovviamente tedeschi”.
Un raccolto di sangue
Continuando sempre con la prefazione del volume: “Opinione pubblica e libertà di stampa erano accontentati. Ma la sazietà non permise loro di vedere che l’abbandonato Piano Morgenthau, scacciato dalla porta della Casa Bianca, rientrava dalle finestre del Pentagono come JCS 1067. Approvata da Truman, imperversò dall’aprile 1945 fino a metà 1947. Uomini come Keeling fanno rinascere la speranza, ormai appannata, nel genere umano e ci fanno pensare alla Bibbia. Se oggi, e non ne siamo certi, in America, ci fossero cinquanta «Giusti» come lui le possibilità, mutatis mutandis, degli USA di sopravvivere come grande potenza sarebbero elevate. In caso contrario non ci resta che attendere il compimento del destino della nuova Sodoma”.