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“Antifascismo=mafia”, gli studenti fanno impazzire la sinistra

by Sergio Filacchioni
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Roma, 28 feb – Da quando la sinistra si interessa di ciò che avviene dentro scuola? In effetti, abituati come sono a trattarla come il loro stadio “di casa”, quando alcuni studenti alzano la testa si scatena il putiferio. È il caso del piccolo striscione apparso in molte scuole italiane in cui l’antifascismo viene accostato alla mafia.

Antifascismo=mafia

Ad aver innescato le ire di giornalisti, politici, presidi e sindacalisti è stato il Blocco Studentesco, che attraverso i suoi ragazzi sparsi in tante scuole italiane hanno deciso di farsi ritrarre nelle classi insieme ad un cartello senza fronzoli: “Antifascismo=mafia”. L’intento del movimento era quello di provocare. C’è riuscito alla grande, svelando quel lato oscuro della sinistra che non ammette comprensione e confronto con il dissenso. Dalle prime foto uscite sui social ci hanno pensato da subito i collettivi di sinistra a rilanciare il fatto come “l’intollerabile presenza dei Fascisti dentro le scuole”, tirando fuori il solito armamentario di frasi fatte e Pertini. Poi l’Anpi, poi la Cgil, alla fine i più grandi giornali come il Corriere della Sera e Repubblica e addirittura il senatore De Cristofaro. Reazioni oscillanti dal paternalismo all’aperta richiesta di sanzioni e repressione contro le “teste calde”. Insomma, accusati di comportarsi come mafiosi, hanno pensato bene che intimidazione e ricatto fosse la migliore risposta.

Le sanzioni

Il Blocco Studentesco ha fatto sapere in una nota che molti ragazzi dopo “l’azione” sono stati convocati dai presidi o minacciati di ripercussioni legali: è successo a Brescia e Avellino, mentre in tante altre scuole sono uscite circolari della dirigenza in cui si osteggiava quello che è stato definito un comportamento pericoloso. Nessuna di queste Presidi ha mai fatto uscire una circolare sui fatti di Padova, o chiesto la messa al bando di un collettivo di sinistra impegnato a cacciare i Fascisti dalla sua scuola. Il solito doppio peso della sinistra che non sorprende nemmeno più per quante volte è stato commentato. Quel che sorprende sono l’indignazione come rifugio per il proprio rifiuto di comprendere e l’uso della storia per non parlare del presente.

Antifascismo al presente

La verità è che l’Antifascismo al presente non ha ragione d’esistere, eppure c’è. Comanda. Ha le leve del potere a cui dice di opporsi. Per questo la risposta ai ragazzi del fulmine è stata per lo più la rievocazione di nomi come Impastato per smacchiare il proprio ego dalla stigma di mafia. Ma come hanno fatto sapere gli stessi studenti s’intendeva la “mentalità mafiosa”, di certo non Al Capone, Lucky Luciano o Tommaso Buscetta, il quale tra l’altro disse sempre che l’organizzazione moderna di Cosa Nostra iniziò solo dopo lo sbarco alleato seguito al periodo di latitanza obbligato dal Fascismo. La storia si, solo quella che piace alle loro coscienze. In ogni caso sbalordisce come un piccolo cartello abbia suscitato tanto odio sguaiato e risentimento contro giovani attivisti. Forse non saranno Corleonesi questi antifascisti; di sicuro possiedono un feudo a cui si aggrappano con tutte le forze: e la scuola è la loro fortezza di latitanza dal presente.

Sergio Filacchioni

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