Roma, 27 nov – Vauro Senesi, intervistato da Panorama, parla del suo rapporto con Marco Travaglio al Fatto Quotidiano e, ça va sans dire, finisce col parlare di Matteo Salvini, sfoggiando un’ineccepibile coerenza politica.

“Travaglio? Non lo sento più”

In un’intervista riportata da Il Giornale, di Travaglio Vauro dice poco e forse ha un po’ di amaro in bocca: “Non lo sento più. Mando le mie vignette a Il Fatto Quotidiano. A volte le pubblica, a volte no, a volte a pagina 20, ma va bene così”. I rapporti freddi tra i due ex sodali in seno a Santoro sarebbe l’antipatia di Vauro nei confronti dei Cinque Stelle e di Luigi Di Maio. “Non lo detesto” dice Vauro del leader del M5S. “È semplicemente una nullità politica. Vede, Salvini non è un genio, ma è l’unico che comunica, anche se a slogan trucidi. Di Maio non fa nemmeno quello”, conclude il vignettista.

“Il Pd non è di sinistra”

Vauro, però, non ha dolci parole nemmeno per il Partito Democratico. Non dimentichiamoci che lui è “communista così” per citare Mario Brega in Un sacco bello: “Quando un partito che si definisce di sinistra diventa solo una macchina che amministra il potere e non è più un luogo di incontro dove si producono idee e sogni, capita quello che è successo in Umbria“. E continua: “Si è fatto strame dell’eredità del Pci, la parola sinistra è stata nascosta come una vergogna, l’hanno tolta pure dalla sigla del partito. Ecco, in Emilia Romagna auspico un esito diverso, ma non ci scommetto neanche 20 centesimi“.

“Questo governo è partigiano”

Ma il Pd ha un merito su tutti, quello di aver fatto “comunella” con gli odiati pentastellati per rimandare le elezioni chieste dalla destra: “Premesso che faccio fatica a definire il Pd di sinistra, appoggio tra virgolette questo governo, ma solo perché non c’è più Matteo Salvini”. “Poteva essere un’occasione per tutti, dovevano dirlo chiaro: questo è un Cln, un Comitato di liberazione. Ma lo hanno fatto capire con timidezza, senza richiamare i valori di cui questo governo poteva farsi garante”. E dopo questa candida confessione di opportunismo politico – dalla bocca di un'”artista”, poi – Vauro continua tranquillamente a distribuire patenti di coerenza ai politici nostrani. “Giuseppe Conte, che adesso tutti considerano un grande statista, per me resta un re travicello. Ex premier subordinato di Salvini del governo più a destra di sempre e ora premier che dovrebbe arginare Salvini. Poi c’è sempre Di Maio …”

“Salvini, un cinico disposto a tutto”

Perché non c’è programma o ideale politico che sovrasti, nella scala di valori del vignettista senese, l’odio per Matteo Salvini, assurto esso stesso a manifesto programmatico: “Lo considero un cinico disposto a qualsiasi cosa, anche a cavalcare malumori pericolosi”. “Io non sono tra quelli che pensano che la destra sia tutta merda. Giancarlo Giorgetti è il più pericoloso di tutti perché è intelligente. Giorgia Meloni forse sarebbe migliore di Salvini come presidente del Consiglio perché un po’ di preparazione politica le va riconosciuta” dice Vauro. Ma se la Meloni veramente ricoprisse questa carica, sappiamo già che le parole del radical Vauro sarebbero molto meno accomodanti

Ilaria Paoletti

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