Mestre, 14 ott – In Italia il divario tra Nord e Sud continua a crescere. Mentre il settentrione ha ripreso a correre tenendo il passo della Germania, il Mezzogiorno presenta una situazione socio-occupazionale peggiore della Grecia. Questo è quanto emerge dall’ultima analisi della Cgia di Mestre che ha comparato una serie di indicatori economici, occupazionali e sociali della Germania con il Nord Italia e della Grecia con il nostro Mezzogiorno. Facciamo qualche esempio. In termini di Pil pro capite il Nord Italia sconta un differenziale negativo con i tedeschi di poco superiore ai 4.300 euro; il dato del Mezzogiorno, invece, è superiore a quello greco di 2.000 euro. Inoltre, Tuttavia un cittadino del settentrione dispone di oltre 15.600 euro all’anno in più rispetto a un residente al Sud. Nessuna nazione in Europa presenta uno squilibrio così forte tra le sue regioni. La notizia non stupirà nessuno.
E forse è proprio questo il problema. Dati deludenti anche sul versante dell’occupazione: Atene può vantare un tasso di occupazione del 53,5% mentre il Meridione si assesta al 44%. Detto questo però nessuno può dire che il tessuto economico e sociale della nostra nazione è paragonabile a quello della Grecia. Sul tema dell’occupazione la stessa Cgia corregge il tiro “Il Sud – chiarisce il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – può contare su una presenza di oltre un milione e 300 mila lavoratori in nero che rende le statistiche ufficiali sul mercato del lavoro meno allarmanti di quanto appaiono”. Inoltre, in questa ricerca non viene preso in considerazione il risparmio e il possesso di beni immobiliari (molti italiani vivono in una casa di proprietà).
Detto ciò, la situazione del Mezzogiorno non è per questo meno allarmante. L’ultimo rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) ci mette davanti sottolinea il gravissimo gap infrastrutturale: al Sud ci sono appena 45 chilometri di ferrovie per 1000 di superficie contro i 65 del Nord e i 59 del Centro. Le linee ad alta velocità presentano appena 122 collegamenti giornalieri, meno della metà di quelli dell’area settentrionale. E la rete autostradale non cresce dal 1990. Gli investimenti sono al palo, eppure le risorse non mancherebbero: sono fermi 83 miliardi destinati alle opere pubbliche al Sud. Fermi anche i fondi strutturali, 44 miliardi destinati alle costruzioni. Per non parlare poi del rischio spopolamento. Secondo Svimez negli ultimi dieci anni il Sud Italia ha perso circa mezzo milione di occupati giovani, e conta 228.000 abitanti di meno. La questione meridionale continua ad incancrenirsi senza nessuna via di sblocco. Non basterà certo il reddito di cittadinanza o il turismo a far cambiare le cose. La salvezza non viene da fuori. Il riscatto del Sud parte dalla riscoperta di amministratori locali degni del famoso sindaco di Bari Araldo di Crollanza.
Salvatore Recupero
Cgia: l’Italia è spaccata in due, il Sud sta peggio della Grecia
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9 comments
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Il riscatto del sud coincide con quello dell’ Italia; l’unica via è avere una banca centrale e banche pubbliche di proprietà dello stato come era prima del 1992 per liberarci dall’ usura straniera di una moneta privata prodotta da una BCE privata.Anche la banca d’italia è privata al 95% e possiede il 16% della BCE.E la banca d’italia ha la funzione di controllo sulle altre banche, sempre di proprietà degli stessi; il controllore coincide con il controllato e cosi’ il popolo italiano è mazziato 2 volte
@Cesare: la vitalità del sud è stata narcotizzata dall’assistenzialismo, continuare a sognare una banca centrale italiana che “stampa moneta” inondando il sud con politica monetaria espansiva è quanto di più funzionale alla divisione definitiva nord-sud. Il nord non vuole il reddito di cittadinanza ed è allo stremo fiscale anche per colpa dell’idrovora delle regioni meridionali. Il sud è una roccaforte di economia sommersa combinata ad evasione fiscale, pensare di risolvere i suoi problemi puntando il dito esclusivamente contro “l’usura internazionale” non ha alcuna utilità pratica. Capirei di più una richiesta di riforma della normativa sugli aiuti di stato accompagnata da gabbie salariali ed esenzioni fiscali, per far aprire degli impianti produttivi, visto che di solo turismo non si campa (e in alcuni casi sembra che al sud i turisti gli vogliano far scappare) e visto che non possiamo aspettarci una presenza di imprenditoria autonoma di piccole dimensioni più sviluppata di quella attuale (in buona sostanza: chi ha voglia di provarci già oggi lo fa, gli altri aspettano il reddito di cittadinanza lavoricchiando in nero e altri, in buona fede, aspettano semplicemente un posto di lavoro).
L’articolo termina con concetti arci-condivisibili: l’amministratore pubblico dev’essere amministatore in senso societario e imprenditoriale, non espressione gattopardesca dei peggiori stereotipi deteriori del sud.
Luca, hai una idea di quante tasse in piu’ anche il Nord paga per pagare i 90 miliardi di euro di interessi annui?? E il debito pubblico esplose dopo il 1982 quando la banca d’italia fu liberata, con una circolare ministeriale del traditore Andreatta,dall’obbligo di sottoscrivere i titoli non sottoscritti dai risparmiatori.Oggi lo stato si deve affidare, dopo la svendita di bankitalia del 1992, ai mercati privati che esigono interessi piu’ alti che da altri paesi sebbene l’Italia non presenti rispetto a questi un rischio maggiore(ma ha piu’ denaro privato che và depredato).E la clausola ancora in essere che l’ultimo interesse piu’ alto dell’ intera emissione di titoli pubblici viene applicato a tutta l’emissione, voluta dai traditori della nazione, non ti sembra che influisca sulle tasse??Gia’ nel medioevo i banchieri videro che era molto meglio prestare agli stati che potevano spremere all’ infinito i loro cittadini con le tasse ma non fallire, piuttosto che ad individui ricchissimi che pero’ potevano fallire.E oggi se consideriamo anche i contributi sociali per la pensione che viene ritardata sempre piu’ e le imposte indirette, ad uno stipendiato non rimane che il 30% per comperare beni e servizi.E’ stato fatto uno studio che ha visto che gli schiavi nella Roma antica erano tassati di meno!!
Luca,
dal sito di maurizioblondet:
“Se lo Stato potesse prendere il denaro in prestito dalla Bce pagherebbe interessi dello 0,15%, visto che questo è il costo del denaro ufficiale praticato dalla Bce: lo 0,15% di 2.000 mld sono 3 mld, non 80, corrispondenti al fardello che abbiamo sulle spalle!”
Lo Stato regala dunque agli speculatori 77 mld l’anno perché ha deciso di sottostare agli strozzini. Insomma se è il nord a pagare la maggioranza delle tasse, un bel po’ di quanto paga và ad usurai privati.Su questo almeno sarai d’accordo?
A quando le.statistiche comprensive del.sommerso e dell’illegale ( attivita mafiose comprese.)
e magari statistiche della poverta legate al costo del lavoro , e della.disoccupazione al.netto del.lavoro in nero
Provabilmente i risultati della.cgia sarebbero diversi
allora forse si capira anche grazie alimor costo della vita come sia minore il gap tra nord e sud
150 anni di colonialismo hanno distrutto il Sud. Un paese che aveva 400 anni, circa, di stabilita’, cultura e progresso (primo teatro in eu, flotta navale, ferrovie, imprese, ottimi bilanci e ricchezza bancaria…).
Il nord ha prima rubato le casse del banco di Napoli, impoverito la popolazione per poi sfruttarne la forza lavoro migrante.
Il nord e’ stato costruito con manovalanza a basso costo, inoltre il Sud e’ stato il secondo mercato dei prodotti nordici.
Ricordiamo lo sfruttamento dell’agricoltura e dei prodotti del Sud, sempre acquistati sottocosto, anche se materia prima di prodotti costosi e di qualita’ (vino, olio…).
La mafia era messa alle corde (cosi come durante il ventennio!) ed ha favorito le solite forze pluto massoniche (savoia&inglesi, sionisti&americani/inglesi)
[…] rigore statistico questa tesi”. Tuttavia è innegabile che in Italia vi sono delle realtà in cui l’economia sommersa è diffusissima. Questo potrebbe provocare delle forti distorsioni territoriali nell’erogazione di questo […]
[…] rigore statistico questa tesi”. Tuttavia è innegabile che in Italia vi sono delle realtà in cui l’economia sommersa è diffusissima. Questo potrebbe provocare delle forti distorsioni territoriali nell’erogazione di questo […]