Roma, 4 mar – Un record tristissimo, un dato drammatico che evidenzia il collasso economico di una nazione. In Italia la povertà assoluta è tornata prepotentemente a crescere nell’anno della pandemia. Le stime preliminari Istat, indicano nel 2020 i valori di incidenza in forte crescita sia in termini familiari che in termini di individui. Nel primo caso siamo passati dal 6,4% del 2019 al 7,7% (oltre 2 milioni di famiglie) del 2020. Nel secondo dal 7,7% al 9,4% (5,6 milioni di persone). “Le stime definitive – si legge nella nota dell’Istat – saranno rese disponibili, rispettivamente, il 16 e il 9 giugno 2021. I dati sono quindi suscettibili di revisioni, ma offrono un quadro chiaro delle conseguenze che la grave crisi economica prodotta dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria ha determinato sulle condizioni di vita delle famiglie nell’anno appena passato”.
Povertà assoluta, incremento maggiore nel Nord Italia
Stando sempre all’indagine Istat, l’incremento maggiore della povertà assoluta è nel Nord Italia: 218mila famiglie (7,6% da 5,8% del 2019), complessivamente 720mila individui. Ma resta il Sud l’area in cui la povertà assoluta è più elevata: riguarda il 9,3% delle famiglie, a fronte del 5,5% del Centro.
In generale nel 2020 l’incidenza cresce in particolare tra le famiglie con persona di riferimento occupata: 7,3% dal 5,5% del 2019. Oltre 955mila famiglie in totale, 227mila famiglie in più rispetto al 2019. Di queste più della metà ha come persona di riferimento un operaio o assimilato, con l’incidenza che passa dal 10,2 al 13,3%. E oltre un quinto ha un lavoratore in proprio, incidenza dal 5,2% al 7,6%.
Calo record della spesa per consumi
Ma il drammatico incremento della povertà assoluta va di pari passo con il calo record della spesa per consumi delle famiglie italiane. Le stime Istat ci dicono che nel 2020 la spesa media mensile è tornata addirittura ai livelli di venti anni fa: 2.328 euro, -9,1% rispetto al 2019. Drastica diminuzione riscontrata anche per le spese di altri beni e servizi: -19,2%. Mentre restano stabili soltanto le spese alimentari e quelle per la casa.
Alessandro Della Guglia