Washington, 23 ott – Sei miliardi di dollari per chiudere il contenzioso in sede civile. A tanto sarebbe disposta la Bank of America, storico istituto finanziario statunitense, pur di risolvere la causa intentata dalla FHFA (acronimo di Federal Housing Finance Agency) per truffa ai danni di enti pubblici. L’azione legale che è stata intentata dall’ente federale (che in america rappresenta l’autorità che vigila sulle compravendite immobiliari) ha visto la banca d’affari, assieme alla sua gemella JP Morgan, accusate di aver ingannato le due grandi agenzie immobiliari pubbliche degli USA (le ormai celebri Fannie Mae e Freddie Mac) vendendo loro derivati poggianti su un mercato immobiliare già in caduta libera, nel disperato tentativo di liberarsene facendo gravare il peso della crisi sul denaro pubblico. Peso che effettivamente si è abbattuto in questi anni sulle casse dei cittadini, se è vero che soltanto le due agenzie sopra citate hanno avuto bisogno, per essere salvate dalla bancarotta, di circa 187,5 miliardi di dollari di aiuti federali. In pratica, secondo l’accusa (alla quale le banche d’affari, col loro patteggiamento, stanno dando ragione) sarebbero stati venduti ai risparmiatori titoli garantiti da mutui ipotecari (quindi ad alto rischio insolvenza) spacciati come se fossero “securities” (cioè titoli sicuri). Al momento in cui la bolla immobiliare è eplosa, questi titoli avrebbero contribuito in maniera decisiva a trascinare nell’abisso i piccoli risparmiatori.
Secondo il Financial Times, JP Morgan avrebbe già pagato, per risolvere i contenziosi con la FHFA in merito alle vendite di bond garantiti da mutui, circa 4 miliardi di dollari, e altri 7 sarebbero in procinto di essere sborsati. Se l’accordo venisse finalizzato, si tratterebbe della causa di più alto profilo portata avanti dal governo di Washington in relazione alla crisi finanziaria del 2008, che ha fatto sprofondare l’economia nella peggiore recessione dai tempi della Grande depressione degli Anni ’30. I 13 miliardi di dollari del patteggiamento sono così suddivisi: 9 sarebbero di multe, mentre i restanti 4 miliardi in aiuto dei consumatori.
E’ il secondo atto della crisi finanziaria che ha portato al fallimento svariate banche americane, al salvataggio di molte altre, con un forte investimento di denaro pubblico sottratto alle spese sociali e drenato dalle tasse dei cittadini. Da anni l’opinione pubblica chiedeva che i responsabili della crisi pagassero in prima persona. Ben lungi dall’assistere alla condanna penale di qualsivoglia manager (anche se i procedimenti sono molti e coinvolgono una gran quantità di finanzieri americani) la maximulta a due dei più grandi istituti finanziari del pianeta riconosce un minimo di soddisfazione a tutti i piccoli risparmiatori americani che hanno visto polverizzarsi i loro risparmi.
Francesco Benedetti