La matrice terroristica dell’attentato è stata confermata dalla procura generale russa e dal premier Dmitri Medvedev. L’attentato è avvenuto in concomitanza della visita del presidente russo Vladimir Putin a San Pietroburgo, sua città natale, per un incontro con il Presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, durante il quale i due capi di Stato avrebbero parlato del mercato comune e dell’Unione Doganale Eurasiatica. Informato dei fatti, il primo commento di Putin è stato: “I motivi al momento non sono chiari, non escludiamo nessuna pista: né quella criminale, né quella terroristica”. E infatti l’attentato al momento non è ancora stato rivendicato. A colpire, però, non è stato un kamikaze ma qualcuno che posizionato una valigetta con l’esplosivo in treno ed è andato via. Alcune tv russe hanno diffuso l’immagine del sospetto attentatore. Si tratterebbe di un uomo di mezza età, con la barba e un cappello nero in testa, ripreso dalle telecamere di sicurezza a circuito chiuso della metropolitana. Tuttavia, le autorità non hanno ancora confermato né smentito. La città di San Pietroburgo ha dichiarato tre giorni di lutto a partire dal 4 aprile.