Il clima, del resto, si era già arroventato dopo le dichiarazioni della Corea del Nord secondo le quali l’attacco missilistico ordinato da Trump contro la Siria sarebbe un atto che giustificherebbe l’uso della bomba atomica. Già un mese fa il segretario di Stato americano Tillerson aveva mandato un avvertimento chiaro a Kim: “Voglio essere molto chiaro: la politica della pazienza strategica è finita, se Pyongyang continua ad elevare la minaccia militare, l’opzione dell’azione è sul tavolo”. Gli esperti non hanno escluso nuove provocazioni in occasione del 105esimo anniversario della nascita del defunto fondatore nordcoreano, Kim II Sung, nonno dell’attuale leader, Kim Jong Un, il prossimo 15 aprile. E se Pechino ha smentito le voci sul dispiegamento di 150.000 uomini al confine con la Corea del Nord, ha comunque detto di seguire “da vicino” gli sviluppi nella penisola coreana. “Riteniamo che alla luce della situazione attuale – ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chungying – tutte le parti dovrebbero mostrare equilibrio ed evitare azioni in grado di far aumentare la tensione”.
Roberto Derta
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