Buenos Aires, 21 nov – Sono sempre più remote le speranze di ritrovare il sommergibile militare Ara San Juan, scomparso da quasi una settimana nelle acque dell’Atlantico Meridionale. L’ultimo contatto si è avuto lo scorso mercoledì, quando è stato segnalato a 432 km dalla costa, all’altezza del golfo di San Jorge. Poi più nulla. Il San Juan era partito 11 giorni fa, da Mar del Plata, con direzione Usuhaia. Lì si era fermato per tre giorni e poi ha invertito la rotta. Ma a destinazione non è mai arrivato. Nelle ricerche sono impegnate 40 navi, una decina di aerei e una ventina di pescherecci. Le ricerche sono rese più difficili dall’imperversare di una tempesta
Un lume di speranza si era riacceso ieri, quando erano stati rilevati dei rumori all’altezza della Penisola di Valdes, in Patagonia, e si pensava provenissero dal San Juan. Poi la doccia fredda: si trattava di onde acustiche probabilmente di origine biologica, che nulla hanno a che vedere con il sommergibile, che a bordo vede 44 marinai e tra loro anche il primo ufficiale donna della flotta sottomarina argentina.
Il sommergibile Ara San Juan appartiene alla classe TR-1700, alimentata da motori diesel ed elettrici. Era entrato in servizio nel 1983 ed è stato ammodernato tra il 2007 ed il 2014 per prolungare la sua vita operativa di 30 anni. La Marina argentina sostiene che la sua autonomia in immersione è di 30 giorni, ma non ci sono dati che lo provino realmente. È molto più realistico pensare che se il San Juan sia affondato ma intatto l’autonomia di ossigeno sia al massimo di una decina di giorni. Le ricerche sono quindi una disperata corsa contro il tempo, ma non va dimenticato che questo sommergibile appartiene a quelle tipologie di navi progettate per non essere trovate, a scopi di intelligence.
Si sono diffuse le voci, poi smentite, che a bordo fosse scoppiato un incendio, e c’è chi ipotizza che possa essersi verificato un surriscaldamento delle batterie, che porta all’emissione di un gas clorato, che risulta mortale per gli esseri umani. Nella migliore delle ipotesi potrebbe essere colpa delle cattive condizioni meteo, che potrebbero aver costretto il sommergibile a navigare in immersione, perdendo, così il contatto radio.
A fornire le notizie è il portavoce della Marina argentina, Enrique Balbi, che da quando il sommergibile è scomparso rilascia dichiarazioni abbastanza contraddittorie. Oltre alla storia dell’incendio, sabato il ministero della Difesa aveva riferito di aver intercettato 7 telefonate satellitari dal San Juan, ma Balbi ha smentito la notizia.
Anna Pedri
2 comments
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….come assomigliano alla logica e tattica, tipica latina…….”the furbettis” anche nelle tragedie…