Londra, 15 gen – Oggi è il giorno decisivo per il futuro della Brexit. Dopo cinque giorni di dibattito, questa sera infatti la Camera dei Comuni, la camera basse del Parlamento britannico, a partire dalle 19 ora locale, sarà chiamata a votare per approvare o bocciare l’accordo negoziato dal premier Theresa May per l’uscita dall’Unione europea.
Le previsioni sono contro la leader dei Tory, dal momento che molti esponenti del suo partito hanno espresso l’intenzione di votare con l’opposizione contro l’accordo.
Secondo il quotidiano britannico Guardian, l‘accordo potrebbe essere respinto da una maggioranza di 200 deputati, segnando così una “sconfitta schiacciante” per la premier May.
Sì, perché contro l’accordo voteranno tutti i partiti di opposizione: i laburisti, i liberali, i verdi e gli scozzesi del Snp. Soltanto quattro deputati laburisti hanno annunciato un voto favorevole all’accordo.
Ma all’opposizione si aggiungeranno numerosi deputati contrari all’accordo appartenenti al Partito Conservatore e al Dup, il partito della destra nazionalista nordirlandese alleato di governo della May. Sono diverse decine di parlamentari ad aver già annunciato il loro voto contrario, ma entro questa sera il numero potrebbe salire ulteriormente.
Contrari all’accordo sono soprattutto i sostenitori di una Brexit più dura, per i quali l’accordo raggiunto dalla May comporterebbe un’uscita dall’Ue solo di facciata.
La May dal canto suo in questi giorni ha ribadito che l’accordo raggiunto sia l’unico modo per evitare un’uscita senza intesa con l’Ue, che avrebbe conseguenze disastrose.
Quello che è molto probabile è che, in caso di bocciatura in Parlamento, la premier si dimetterà. Lo rivelano fonti dell’esecutivo britannico al Telegraph.
Sulla Brexit è intervenuto anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria, sottolineando che “dovremmo concentrarci su qualcosa di più concreto che lottare per la stanza che rimane vuota“.
Nel corso della sessione plenaria del Forum Gaidar, nella seconda giornata della sua visita a Mosca, Tria ha criticato alcuni atteggiamenti e politiche dell’Ue, per esempio sui flussi migratori che, a suo dire, “non possono essere visti solo come un puzzle di ripartizioni”.
L’Europa, ha continuato il ministro, “deve guardare al quadro più ampio, avere una strategia per la sua sovranità tecnologica, darsi i mezzi per essere più competitiva nell’arena globale, restando fedele ai suoi valori”, invece che essere “ossessionata dalle procedure“.
Adolfo Spezzaferro