Londra, 17 gen – Alla fine, pur accettando il rischio di una spaccatura fra i Tories, la premier britannica Theresa May ha scelto: se Brexit sarà, dovrà essere ‘hard Brexit‘, senza uscite a metà, soluzioni parziali o da piede in due scarpe. Via dunque all’iter negoziale per l’abbandono all’Unione Europea, se possibile anche prima dei due anni previsti inizialmente per le trattative. Con la prospettiva di costruire una Gran Bretagna più mondiale nel senso di più forte.
Il Regno Unito “sarà grande amico e vicino del nostri partner europei, ma anche un paese che si spingerà oltre i confini dell’Europa”, ha spiegato la May in un discorso alla Lancaster House di Londra: “Continueremo ad essere partner affidabili, alleati volenterosi e stretti amici. Vogliamo comprare i vostri prodotti, vendervi i nostri, commerciare con voi con la massima libertà possibile, e lavorare assieme per garantirci di essere tutti più al sicuro, più prosperi attraverso una continua amicizia”. Il tutto, però, in ottica di assoluta parità di condizioni, senza più dunque sottostare a qualsivoglia diktat da parte della Commissione. La lezione, secondo la premier, è stata chiara: “Da parte dell’Ue è mancata la flessibilità nei confronti di Londra e i britannici se ne sono accorti”, punendo duramente il consesso continentale con il referendum che è stata una “lezione per l’Ue se vuole avere successo”.
“Vogliamo un Regno Unito che con la Brexit sia più forte, giusto, unito e rivolto all’esterno”, ha sottolineato la premier, annunciando un vertice biennale del Commonwealth – la comunità che raggruppa i paesi membri del fu Impero Britannico – al fine di costruire “una Gran Bretagna veramente mondiale”. Parole sibilline nella misura in cui non offrono veramente la cifra di quello che è il progetto che Westminster ha in mente per il futuro. Il ritorno del (mai sopito) imperialismo britannico? Londra in campo da protagonista per chiedere di non fermarsi sulla strada della globalizzazione? C’è un sicuro dato di sovranità, ma – veltronianamente – anche numerosi interrogativi relativamente alla risposta, o al tradimento delle aspettative se Brexit sarà ma solo per darsi in pasto ad altri, che il governo vuole dare ai propri cittadini.
Nicola Mattei
2 comments
Ma se importano il 90% di cio’ che consumano a partire dai generi alimentari! Insomma un litro di olio extravergine mediocre quanto lo vogliono pagare? Idem per pomodori, pasta, carni scelte, ecc. solo per rimanere alla “pancia” Per non parlare di meccanica di precisione, automobili, che le loro o sono per miliardari o sono cagate, ed infine i collegamenti come li vogliono tenere solo con gli USA e col Canada? Perchè le tasse aeroportuali ed i dazi doganali per i cittadini UK andranno alle stelle in tutti gli altri Paesi !
Qui c’è un accenno alle auto inglesi, anche se di sessanta anni fa http://www.stefanolorenzetto.it/pagine/interviste/Munaron.pdf
per il resto l’imperialismo non è mai morto e le domande sono inquietanti per il potere (vero) che c’è dietro le parole della May.