Mosca, 29 nov – L’ex ministro russo della Difesa, Anatoli Serdiukov, è stato messo sotto inchiesta penale da parte del Comitato investigativo con l’accusa di negligenza, per aver causato danni allo stato per 56 milioni di rubli (circa 1 milione e 250mila euro). Serdiukov era già stato rimosso dal suo incarico lo scorso novembre, per decisione del premier Putin, poiché coinvolto in un clamoroso scandalo di corruzione che aveva investito il suo dicastero.
Attraverso la Oboronservis, società controllata dal ministero, Serdiukov vendeva sottocosto degli immobili di proprietà della Difesa ad alcuni imprenditori suoi amici. In particolare spiccano tre edifici nel centro di Mosca, stimati per un valore di quasi un miliardo di rubli e venduti per 700milioni. Il danno totale stimato dal governo russo supera i tre miliardi di rubli, soldi sottratti ai fondi per il rinnovamento del settore della Difesa e stanziati per far fronte alle necessità militari imposte dalla crescente tensione sul fronte siriano.
Proprio questo aspetto è messo al vaglio dal Comitato investigativo, con lo scopo di chiarire se si è trattato di un semplice caso di corruzione o se, invece, dietro il “sistema Serdiukov” non ci fosse una regia esterna, atta a sottrarre risorse al settore della Difesa russo. Ad avallare questa tesi ci sarebbe la vendita repentina di una raffineria di Murmansk, usata fino a quel momento per rifornire di carburante la Flotta marina russa. Per chiarire ulteriormente il ruolo delicato ricoperto da Serdiukov occorre ricordare che, in qualità di ministro della Difesa, era custode di una delle tre Cemodancik, le valigette contenenti i codici segreti attraverso i quali è possibile armare le testate nucleari russe. Le altre due “valigie atomiche” sono, invece, sotto la custodia del Presidente Putin e del Capo di stato maggiore.
Francesco Pezzuto