Costata 1,5 miliardi di euro, finanziati al 40% dalla Repubblica d’Etiopia e per il resto dalla banca cinese Exim Bank, Gibe III ĆØ stata costruita sul corso del fiume Omo a 450 km dalla capitale Addis Abeba e rappresenta una delle tante infrastrutture avviate dall’esecutivo etiope per sfruttare le risorse idriche del paese e diventare un hub regionale dell’energia. La capacitĆ installata ĆØ pari a 1870 MW, che permetterĆ un incremento pari all’80% della produzione nazionale di elettricitĆ . Per la sua realizzazione, spiegano da Salini Impregilo, sono stati utilizzati 6,2 milioni di tonnellate di calcestruzzo, pari a due volte e mezzo il volume della grande piramide di CheopeĀ in Egitto.
A corto di idrocarburi ma con unaĀ buona disponibilitĆ di acque, l’Etiopia sta puntando forte sull’idroelettrico per sostenere il suo sviluppo, che l’anno scorso ha fatto registrare un picco di crescita economica pari al +10,2%. Una crescita decisa – un unicum nel continente africano – nonostante ampi problemi sociali ancora da affrontare. Gibe III non ĆØ, da questo punto di vista, l’unico progetto in corso nel paese. Con il suo completamento, infatti, il governo sta pensando di accelerare sul progetto “Grande Rinascita”, diga sul Nilo azzurro destinata ad ospitare una capacitĆ da 6mila MW (oltre il triplo di Gibe) ma che sta causando non pochi attriti diplomatici con Egitto e Sud Sudan.
Nicola Mattei