Roma, 11 lug – Questa domenica si sono svolte in Giappone le votazioni per il rinnovo parziale della Camera Alta. La coalizione di governo guidata dai conservatori del Partito Liberale Democratico (Jiminto) e dal più piccolo Komeito, ha strappato una solida maggioranza ottenendo 76 dei 125 seggi disponibili. Ora il sogno dell’ex premier, Shinzo Abe, di modificare la Costituzione pacifista del 1947 può diventare realtà.
Il trionfo dei conservatori e le prospettive future
Quello dei conservatori è un successo schiacciante, con il Partito Liberale Democratico che ottiene 63 seggi e l’alleato di governo Komeito 13. In questo modo la Camera Alta viene ridisegnata, con la coalizione di governo che riesce ad ottenere una larga maggioranza e può contare su 146 seggi contro i 102 dell’opposizione. Per il Jiminto rappresenta il miglior risultato dal 2013. Sul voto ha sicuramente influito l’uccisione venerdì dell’ex premier Shinzo Abe durante un comizio a Nara. Infatti, Abe era stato a lungo il leader del Partito Liberale Democratico.
Ora tocca al primo ministro Fumio Kishida non dilapidare questo patrimonio elettorale. Kishida ha confermato di voler “costruire sull’eredità” di Abe e promesso che Tokyo “rafforzerà drasticamente” la difesa nei prossimi cinque anni, tenendo conto anche delle incertezze alla sicurezza innescate dalla guerra in Ucraina e alla crescente pericolosità della Cina. Parole tutt’altro che banali e pongono le basi per il concretizzarsi di un vecchio pallino di Abe, la riforma della Costituzione del 1947 ed in particolare dell’Articolo 9 sulla rinuncia alla guerra.
Costruire sull’eredità di Abe
Le votazioni di ieri hanno dato ai conservatori spazio di manovra per operare la riforma della Costituzione. Infatti, oltre alle forze di governo, Kishida può contare anche su due partiti favorevoli alla riforma che però siedono all’opposizione: il Nippon Ishin no Kai ed il Partito Democratico per il Popolo. Con l’apporto di questi ultimi il fronte per la modifica della Costituzione può contare su 179 seggi su 248, superando largamente la soglia di 166 seggi necessaria per le riforme costituzionali.
Quella della riforma dell’Articolo 9 della Costituzione è un tema fondamentale per il riarmo e la sovranità militare del Giappone. La Costituzione risale al 1947, ovvero all’occupazione del Giappone da parte degli Stati Uniti a seguito della Seconda Guerra Mondiale. L’Articolo 9 prevede che il popolo giapponese rinunci per sempre “alla guerra come diritto sovrano della nazione”. Motivo per cui il Giappone formalmente tuttora non ha un esercito, ma al massimo può contare su una Forza di autodifesa.
Gli ostacoli alla riforma della Costituzione
Il cammino per arrivare all’agognata modifica della Costituzione non è privo di ostacoli. Il secondo partito di governo, il Komeito, è un partito di ispirazione buddista e ha al suo interno una componente ideologica pacifista piuttosto forte. Inoltre, un tema complesso e politicamente dispendioso come quello della riforma Costituzionale potrebbe essere percepito come eccessivamente distante dall’elettorato, il quale sembra essere molto più coinvolto da tematiche economiche, con la ricerca di un equilibrio tra il rilancio dell’economia e la realizzazione degli obiettivi fiscali definita da Kishida come “la pietra angolare della fiducia nazionale”. Un’altra incognita è il peso che avrà la morte di Abe su questo fronte. Infatti, l’ex premier ha rappresentato per anni il volto e la guida dei tentativi di riforma costituzionale.
Michele Iozzino
2 comments
Non ce la fate proprio a capire che è semplicemente la Nato che sta aprendo un altro fronte di guerra e che il Giappone sarà solo uno strumento senza alcuna autonomia? Vi decidete a levarvi dalla testa lo schemino della destra e della sinistra, dei conservatori e dei progressisti, rileggete De Benoist magari e quando analizzate un importante evento geo-politico chiedetevi come i nostri avi Cui prodest? L’Occidente è al capolinea, voi lo sapete e ne criticate gli aspetti deteriori, però continuate a fare il tifo per Zio Sam e soci sempre e comunque, alla faccia dell’era multipolare…
E tu, Cafarnao,
sarai innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi sarai precipitata! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato.
Oggi nessuna città si sente Cafarnao.
Che bel guaio.