AGGIORNAMENTO ORE 23.30 – Risultati ormai acquisiti: vince Syriza con oltre il 35%, ma perde 4 parlamentari e formerà un governo di coalizione con Anel – Greci Indipendenti che, nonostante il netto calo, riesce a superare (di un soffio) la soglia di sbarramento. Non sfonda rispetto alle previsioni Nea Dimokratia, poco sopra il 28%. Si conferma terza forza Alba Dorata, che incrementa i consensi di quasi un punto percentuale (miglior risultato della sua storia alle elezioni parlamentari) e passa da 17 a 18/19 rappresentanti.
AGGIORNAMENTO ORE 20.30 – Con metà delle sezioni scrutinate e nessun cambiamento nelle percentuali, ormai è chiara la vittoria di Syriza. Una vittoria che però non garantisce nulla a Tsipras che, se vorrà governare, dovrà di nuovo ricorrere ad un governo di coalizione. Il leader della sinistra ha già preso contatti con gli alleati (nel primo governo) di Anel – Greci Indipendenti, che porterebbero in dote 10 seggi per una pur risicata maggioranza.
AGGIORNAMENTO ORE 20.20 – Più di un terzo le sezioni scrutinate, con percentuali identiche alle precedenti. Con questi numeri, rispetto a gennaio Syriza perderebbe quattro seggi, Nea Dimokratia uno mentre Alba Dorata ne guadagnerebbe fra i due e i tre.
AGGIORNAMENTO ORE 19.20 – Oltre il 10% di sezioni scrutinate: Syriza tiene straordinariamente duro con il 35%, Nea Dimokratia al 28.5%, Alba Dorata al 7.35%. Per il momento fuori dal parlamento l’ala scissionista del partito di Tsipras, Unità popolare.
AGGIORNAMENTO ORE 19.10 – Arriva il dato sull’affluenza, che mostra come quasi un greco su due non si sia recato a votare: l’affluenza cala, rispetto a gennaio, di quasi 10 punti, dal 63% al 54%.
AGGIORNAMENTO ORE 19 – Secondo i primi exit polls, si profila (come previsto) un testa a testa fra Syriza e Nea Dimokratia. Il partito di Tsipras non perderebbe più del 4-5% rispetto alle elezioni di gennaio, attestandosi al 30-32%. Insegue a stretto giro di posta ND, attorno al 30%. Terzo partito Alba Dorata con il 6.5-8%.
Atene, 20 set – I cittadini della Grecia sono stati chiamati, per la quinta volta in sei anni, ad eleggere il nuovo parlamento. Dopo la capitolazione totale di Tsipras nei confronti dei creditori internazionali, l’attesa è per una caduta dei consensi al suo partito, che non più tardi di gennaio scorso aveva conquistato oltre il 36% dei voti. La resa incondizionata del leader di Syriza di fronte al memorandum ha spaccato il movimento della sinistra radicale, costringendo il premier a nuove consultazioni elettorali.
Buona parte dei consensi perduti da Syriza dovrebbero andare al suo avversario più solido, la formazione di centrodestra Nea Dimokratia. Nessuno dei due riuscirebbe comunque ad avere la forza per formare un governo in autonomia, dovendo in ogni caso puntare ad una coalizione. Con chi, non è ancora dato sapere. Ad esempio, per quanto riguarda Syriza, gli alleati di Anel (Greci indipendenti) -fedeli nel sostegno all’esecutivo Tsipras- potrebbero addirittura non superare la soglia di sbarramento del 3%. Non si esclude comunque l’ipotesi di un inciucio, che sarebbe assai gradito all’Europa dato che spegnerebbe ogni velleità rispetto alle misure capestro del nuovo memorandum
Lontani dai due contenendi gli altri partiti, fra cui Alba Dorata che punta a consolidare ed accrescere i suoi consensi. Fuori dai giochi invece l’ex partito di maggioranza del Pasok, pur dato in recupero ma che non dovrebbe salire sul podio.
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