Parigi, 2 gen – Le Femen partecipano alle celebrazioni natalizie, anche se non invitate. E sicuramente a Colonia l’interruzione della messa di mezzanotte non è stata gradita né dai presenti né dalle autorità tedesche, che hanno provveduto ad arrestare l’attivista responsabile che ora rischia fino a tre anni di reclusione.Di tenore assai diverso le reazioni istituzionali in Francia, dopo che il 20 dicembre Eloise, membro del collettivo, si è presentata con un pezzo di fegato di bovino sanguinante in mano (alla faccia dell’animalismo) e velata di azzurro, ovviamente a seno nudo nella chiesa della Madeleine a Parigi, urlando “Il Natale è cancellato” e mimando l’aborto di Gesù davanti all’altare.
A dieci giorni di distanza la ragazza non è stata in alcun modo perseguita dalla giustizia francese, ed anzi lo stesso parroco della Madeleine, Bruno Horast, assicura che la cosa non ha avuto alcun seguito. La responsabile della filiale francese di Femen, Inna Shevchenko, canta vittoria: “ Non è successo niente, Eloise non è stata chiamata dalla polizia. Questo mostra quanto la Chiesa sia diventata debole in Francia (…) Non siamo mai state condannate, perché non c’è motivo di condannare la nostra azione, ecco tutto.” Per ora è vero che non ci sono condanne alle Femen , ma la Shevchenko pare dimenticarsi che a febbraio si terrà il processo per l’irruzione a Notre Dame di qualche tempo fa e che portò il collettivo all’onore della cronaca in Francia. La Chiesa francese sarà di certo diventata più debole, ma qui chi è diventato realmente più debole è lo Stato di Hollande. Stato che ha fra i propri principi quello della libertà di religione fin dai tempi della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino di giacobina memoria.
La protesta delle Femen è volta a denunciare la posizione della Chiesa cattolica riguardo all’aborto, ma ci vien da chiedere allora perché non denunciare anche la posizione nient’affatto favorevole all’aborto del mondo musulmano, magari utilizzando gli stessi “metodi” di protesta in una moschea…
Stavolta comunque per qualcuno si è passato il segno. Indignata per il silenzio che ha circondato l’episodio, la deputata dell’UMP di Marsiglia Valérie Boyer lancia l’allarme sul suo blog: “E’ curioso constatare la mancanza di informazioni giuridiche sul sito internet del movimento, ciò lascia pensare ad una facciata dietro cui soggiacciono volontà politiche non dichiarate” e chiede “al signor Ministro dell’Interno di voler indicare ai Francesi le modalità di finanziamento della associazione Femen, la natura dei redditi dei suoi membri, compresi eventuali benefici di natura sociale che le vengono concessi, e se considera che i problemi procurati all’ordine pubblico siano accettabili in nome di una libertà di espressione che non rispetta più le intime credenze di nessuno (…) Quello che voglio sapere è chi le finanza e a che titolo? In un Paese turbato da problemi religiosi, non si può lasciare prosperare un movimento del genere senza sapere nulla delle sue origini!”
Non è la prima volta che ci si interroga su chi ci sia dietro le Femen: già un ex membro del collettivo, la tunisina Amina, prima di lasciare le Femen aveva chiesto spiegazioni alla Shevchenko (che ha nel frattempo ottenuto lo status di rifugiato politico) in merito ai soldi che piovevano nelle casse del movimento, senza ottenere risposte chiare. Intanto dal Municipio di Parigi, smentendo voci degli ultimi giorni, oltre a condannare il gesto della Madeleine, fanno sapere di non sovvenzionare in alcun modo il movimento Femen.
Valentino Tocci