Logan City, 7 nov – Se una donna non vuole essere stuprata è sufficiente che indossi il velo islamico. Le donne che non lo indossano non si possono lamentare se qualcuno le stupra, perché è colpa loro. È una teoria choc quella dell’imam australiano Sheikh Zainadine Johnson, esposta su facebook a proposito del caso Weinstein.
Il chierico islamico ha spiegato che se le vittime fossero stata coperte dalla testa ai piedi non avrebbero risvegliato gli appetiti sessuali del produttore. Johnson ha spiegato che le Weinstein è la vera vittima, perché provocato dalle donne. “I fatti dimostrano che gli uomini non sono capaci di controllarsi. Per questo è fondamentale che le donne indossino il velo” tuona il chierico dal suo profilo social.
Per quanto oscurantiste e prive di fondamento le teorie esposte non sarebbero una grossa novità se a esporle fosse un musulmano integralista o famoso per la sua visione radicale dell’islam. Invece l’imam in questione è considerato un esponente autorevole del cosiddetto islam moderato, di cui è diventato dispensatore di pillole di saggezza dopo la sua conversione. In passato, infatti, Johnson ha esercitato la professione di avvocato, e vista la passione per la musica suonava in una band. Poi ha abbracciato l’islam.
L’imam australiano, che predica in una moschea di Logan City, nel Queensland, però non si limita a discettare sul caso Weinstein e sugli scandali sessuali che hanno travolto Hollywood. Afferma anche che una donna è meglio se nasconde sotto all’hijab i gioielli che indossa, i bracciali in particolare. Oppure se si limita a portarli dentro le mura di casa. Lo stesso dicasi per il trucco e tutto ciò che riguarda la cura del corpo.
L’Australia non è la prima volta che vede esponenti del clero musulmano protagonisti di simili episodi. In passato infatti, un altro imam, Sheikh Taj el Din al-Hilaly, basato a Sidney, aveva fatto la sua invettiva contro l’abbigliamento delle “donne tentatrici”, spiegando che “sono come la carne lasciata scoperta”. I gatti la mangeranno.
Anna Pedri