Roma, 15 feb – Sembra la trama di un film, ma invece è quanto sta accadendo da una settimana a uno sfortunato pilota di aereo neozelandese, catturato dai separatisti indigeni in Indonesia. I ribelli nella regione indonesiana di Papua hanno diffuso le riprese video di un pilota bianco della Nuova Zelanda, preso in ostaggio sette giorni fa. Il pilota sequestrato si chiama Philip Mehrtens ed è stato rapito dopo aver fatto atterrare il suo aereo nella remota provincia montuosa di Nduga, in Papua. Nel video inviato dai guerriglieri al servizio indonesiano della BBC, Mehrtens appare circondato da sette combattenti dell’Esercito di liberazione nazionale della Papua occidentale (TPNPB).
I ribelli libereranno il pilota se a Papua verrà concessa l’indipendenza
Già colonia olandese, Papua ha dichiarato la propria indipendenza nel 1961, ma l’Indonesia ne ha preso il controllo due anni dopo. La regione ricca di risorse è stata coinvolta in una battaglia per l’indipendenza, sin da quando è stata portata sotto il controllo formale di Jakarta, in un voto supervisionato delle Nazioni Unite nel 1969. Da allora, una parte di aborigeni locali non si è mai arresa, continuando a combattere per ottenere l’indipendenza della propria terra. Mentre l’Indonesia gode del supporto degli USA, da quando la primavera libica ha spodestato e ucciso Mu’ammar Gheddafi, i separatisti del Papua si trovano a combattere questa guerra a bassa intensità solo con le proprie forze. I folcloristici combattenti che appaiono nei video appaiono armati, con fucili d’assalto e armi automatiche, mischiate ad archi e frecce. Uno degli uomini presenti, che rivolgendosi alla telecamera ha delineato le condizioni del rilascio, si è presentato come il leader del TPNPB, Egianus Kogoya.
Armi automatiche, archi e frecce
Nel video, Philip Mehrtens legge una dichiarazione preparata dai suoi carcerieri, in cui ripete le richieste dei ribelli. Il 37enne è stato rapito dopo che il suo piccolo aereo passeggeri, che appartiene all’indonesian Susi Air, è atterrato a Nduga. Il suo aereo era partito martedì dall’aeroporto Mozes Kilangin, nella Papua centrale, e sarebbe dovuto rientrare poche ore dopo dopo aver lasciato a terra cinque passeggeri. Poco dopo l’atterraggio, però, i ribelli hanno preso d’assalto l’aereo monomotore e hanno sequestrato il pilota nativo di Christchurch. Un portavoce del TPNPB, in seguito, ha detto alla BBC Indonesiana che il signor Mehrtens era stato trasferito in una roccaforte della milizia indipendentista in un’area remota, e che sarebbe stato usato come “leva di scambio” nei negoziati politici.
Una guerriglia che dura da sessant’anni
Il gruppo indipendentista afferma che il pilota è stato fatto prigioniero perché la Nuova Zelanda collabora militarmente con l’Indonesia. Gli altri passeggeri, invece, tutti indigeni papuani, sono stati rilasciati secondo l’etica patriottica della fazione. Non è però la prima volta che accade un fatto come questo a Papua; con la ferma volontà di riconquistare la propria indipendenza dall’Indonesia, i ribelli hanno già lanciato minacce e persino attaccato aerei che credevano trasportassero personale e rifornimenti per Jakarta. Nonostante il silenzio mediatico internazionale, dal 2018 i conflitti tra gli indigeni papuani e le autorità indonesiane sono sempre più frequenti. Questo colpo di mano della cattura di un civile neozelandese, adesso, potrebbe giocare una carta importante sul tavolo dei negoziati e, quantomeno, portare l’attenzione internazionale sulla causa indipendentista. A differenza di altre immagini provenienti da altri contesti internazionali, a giudicare dalle immagini diffuse dai ribelli del Papua, comunque, il prigioniero sembra essere trattato bene dai suoi carcerieri, se non addirittura “solidale”.
Andrea Bonazza