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Macron “l’europeo” incontra Putin: breve lezione di diplomazia

by Eugenio Palazzini
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Roma, 8 feb – Una data simbolica: il 7 febbraio, giorno in cui esattamente trenta anni fa venne firmato il Trattato sulle relazioni speciali tra Russia e Francia. Un dato inequivocabile: Emmanuel Macron prova a ritagliarsi il ruolo di leader di un’Europa frastagliata e frastornata dalla crisi Ucraina, quasi a riportare indietro le lancette dell’orologio, a quando il francese era la lingua diplomatica universale. Una parola d’ordine: de-escalation.

L’incontro di ieri a Mosca tra Vladimir Putin e il presidente transalpino va innanzitutto inquadrato alla luce di questi tre elementi chiave, per comprendere come si muove la diplomazia al fine di scongiurare una guerra al momento meno probabile di quanto ventilato dalla Casa Bianca. E’ altrettanto indubbio che il braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia prosegua, tra frizioni, colloqui a distanza e minacce neanche troppo velate. Proprio per questo il dialogo di ieri – durato oltre cinque ore – tra il leader russo e quello francese, è dirimente per comprendere le prossime mosse sulla scacchiera dell’Europa orientale.

Cosa si sono detti Macron e Putin

“Dobbiamo arrivare alla de-escalation, il dialogo è necessario per costruire una risposta che consenta di evitare la guerra”, ha detto Macron. Perché “il mezzo principale per raggiungere stabilità e sicurezza in Europa” è il dialogo con la Russia, ha precisato il presidente francese. E a tal proposito il governo di Parigi “ripone grandi speranze nei legami culturali e scientifici” tra i le due nazioni. “Abbiamo avuto una discussione che ha consentito di formulare una serie di proposte sulle quali credo di poter dire che ci siano elementi di convergenza fra Russia e Francia“, ha inoltre sottolineato Macron.

Presupposti condivisi da Putin che ha tenuto però a precisare come la Nato sia “tutt’altro che un’organizzazione pacifica”, tuttavia è indispensabile adesso “proseguire gli sforzi diplomatici per trovare soluzioni di compromesso“. Il capo del Cremlino ha mostrato apprezzamento per gli “sforzi” che “sta facendo l’attuale leadership francese al fine di garantire un’equa sicurezza in Europa, per una seria prospettiva storica e per affrontare le questioni legate alla risoluzione della crisi nel sud-est ucraino”. Ammettendo poi che “alcune idee” presentate da  Macron proprio relativamente alla sicurezza sono utili a compiere “ulteriori passi in comune” con la Russia.

Traduzione lampo: Russia ed Europa non vogliono affatto la guerra, dialogare serve proprio per evitarla e per siglare un nuovo patto di non belligeranza. D’altronde un conflitto sarebbe devastante per tutti, perché come sottolineato più volte su questo giornale avrebbe dei costi umani ed economici imprevedibili, verosimilmente insostenibili, comunque evitabili.

Leggi anche: E se la sfida Usa-Russia fosse soltanto un grande bluff?

L’obiettivo di Mosca

Soltanto Washington continua a gettare benzina sul fuoco, nonostante i segnali di distensione arrivino ormai da ogni parte. Non a caso domenica scorsa lo stesso Macron ha ricordato a Joe Biden – in un colloquio telefonico – gli “sforzi in corso su diplomazia e deterrenza”. Per poi specificare – in un’intervista rilasciata al Journal du Dimanche – che “l’obiettivo geopolitico di Mosca oggi chiaramente non è l’Ucraina, ma chiarire le regole di convivenza con la Nato e l’Ue“. Il presidente francese ha perfettamente centrato il punto. Bruxelles e Washington prendano appunti.

Eugenio Palazzini

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1 commento

jenablindata 8 Febbraio 2022 - 2:05

si sa da decenni che la russia vuole soltanto che la nato NON si espanda fino ai suoi confini.
fin dalla dissoluzione dell’ex urss,
lo hanno chiarito mediamente ogni due o tre mesi,
e riguardo all’ucraina fino al golpe di maidan – fomentato e finanziato dagli usa e da parte – imbecille –
della ue,
non aveva grossi problemi di convivenza e nessuna intenzione di invadere,guerreggiare,fare pressioni ecc:

poi è cambiato tutto con la salita al potere di un governo filo ue e filo usa,che sta chiaramente prendendo la vita per l’entrata nella nato:
cosa che porterebbe le forze nato ai confini della russia e TROPPO vicine a zone a rischio,
per poter garantire un efficace “colpo di ritorno”
invalidando così la deterrenza nucleare e rendendo possibile…
forse persino probabile,un attacco nucleare da parte dell’america.

lo dicono da decenni:
NON AVVICINATE LA NATO ALLA RUSSIA…
non lo permetteremo.

che cos’è che non capiscono,i deficienti decerebrati che governano il mondo occidentale?

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