Roma, 26 apr – “La Russia cambia il mondo”. E’ il titolo scelto da Limes per il secondo numero del 2022 dedicato al conflitto in Ucraina. Preoccupante, quanto corretta, prospettiva. Corretta perché quanto sta accadendo non coinvolge soltanto l’Europa, è l’intero scacchiere globale a subire sommovimenti. Sarebbe difatti un grosso errore valutare la guerra in Ucraina come uno dei tanti conflitti in atto nel mondo. Il paragone in tal senso è possibile soltanto dal punto di vista umanitario e dell’impatto dello scontro armato sul campo. La portata di questa deflagrazione è però più determinante di ogni altra perché segna, salvo clamorose svolte diplomatiche, una spaccatura sul fronte delle alleanze soprattutto in Asia e Africa. Prova ne sia quanto accaduto in Camerun, che dieci giorni fa ha siglato un accordo di cooperazione militare con la Russia.
L’accordo tra Camerun e Russia
Pressoché ignorata dai principali media internazionali, l’intesa è stata raggiunta da Joseph Beti Assomo, ministro camerunense incaricato della Difesa, e Sergej Shoigu, ministro della Difesa russo. A dirla tutta la collaborazione tra Mosca e Yaoundé va avanti da anni, ma è quantomeno emblematico che l’accordo in questione sia stato trovato proprio adesso che la Russia viene isolata dall’Occidente. Nel documento di 13 pagine, i due Paesi si impegnano a scambiarsi opinioni e informazioni sulle politiche di difesa e sulla sicurezza internazionale, nonché sullo sviluppo delle relazioni nei settori dell’addestramento militare congiunto, della medicina, della topografia e dell’idrografia. Convengono inoltre di scambiarsi esperienze e interagire in operazioni di sostegno alla pace, sulla carta sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Grano chiama cobalto
Un precedente accordo tra Russia e Camerun, risalente al 2015, prevedeva forniture di armi ed equipaggiamento alle forze armate di Yaoundé per contrastare il terrorismo jihadista. La nuova intesa è però ben più strutturata e come detto va oltre l’ambito strettamente militare. E’ poi segnata da due dati economici: da una parte il Camerun importa il 50% di grano da Russia e Ucraina, dall’altra la Russia guarda con forte interesse alle materie prime della nazione africana. Su tutte: le più grandi riserve al mondo di cobalto, metallo imprescindibile per le batterie delle auto elettriche. Dunque in prospettiva il Camerun è un nuovo Congo. E ora entra nella sfera di influenza russa.
Eugenio Palazzini