Home » Ora Erdogan vacilla e apre alla pace russo-siriana

Ora Erdogan vacilla e apre alla pace russo-siriana

by Eugenio Palazzini
0 commento
erdogan, presidente turco

Roma, 17 ott –  “La Russia trasmette i messaggi tra Damasco e Ankara. Se la Russia toglie gli elementi (curdi) dell’Ypg dalla regione insieme all’esercito siriano, non ci opporremo“. Così il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, apre a una tregua gestita direttamente da Mosca. Nonostante le condizioni dettate, sembra chiaro che adesso il “sultano” non è più così convinto di portare avanti l’attacco a prescindere dall’appoggio internazionale. Erdogan si è accorto di essere isolato su tutti i fronti e di non poter condurre un’offensiva in solitaria, soprattutto considerando che dall’altra parte i rivali non stanno a guardare.

Erdogan all’angolo

Ankara evidentemente non si aspettava questa immediata reazione o la prevedeva più blanda. Contava forse sugli Stati Uniti, che dopo aver ritirato le truppe hanno volontariamente lasciato campo libero all’avanzata turca e adesso in preda alla tipica schizofrenia trumpiana minacciano sanzioni, ritorsioni e punizioni varie da infliggere alla Turchia. Puntava al contempo sull’impassibilità delle nazioni dell’Unione Europea, che continuano in ogni caso a vestire gli imperturbabili panni della bella statuina, salvo tirar fuori inutili ed estemporanei blocchi all’export di armi. Il problema per Erdogan è stata la reazione immediata di Assad in tandem con Putin. Una mossa che ha ribaltato tutto, perché i curdi non si sono arresi ai turchi ma ai russi e al governo siriano, che adesso hanno eretto un muro di fronte all’avanzata dell’esercito di Ankara.

L’avanzata siriana

Dunque a Erdogan non resta che sperare di ottenere l’obiettivo di allontanare il più possibile i nemici curdi dal confine con la Turchia, ma difficilmente otterrà altro e di sicuro non alle sue condizioni. Ritrovandosi adesso una Repubblica araba, che ha tentato di destabilizzare in ogni modo, mai così unita da otto anni a questa parte. Perché fatta eccezione per la sacca di Idlib (tempo al tempo), dove ancora imperversano i jihadisti in parte sostenuti dalla Turchia, il resto del territorio siriano sta tornando di nuovo sotto la legittima egida di Damasco.

Eugenio Palazzini

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati