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Prostituzione minorile ad Haiti: bufera sui Caschi blu dell’Onu

by Roberto Derta
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haiti caschi bluPort-au-Prince, 13 apr – Meno male che ci sono i Caschi blu dell’Onu, “l’esercito del bene”. Chiedere informazioni in merito ai ragazzini di Haiti. Un rapporto segreto delle Nazioni Unite riporta infatti che 134 “peacekeeper” dello Sri Lanka sono stati coinvolti in un giro di prostituzione minorile sull’isola. A rivelarlo è un’indagine di Associated press, ma le dimensioni dello scandalo potrebbero essere molto maggiori. Negli ultimi 12 anni, infatti, sono state quasi 2.000 le accuse di abusi sessuali e sfruttamento da parte del personale delle Nazioni Unite in tutto il mondo. E oltre 300 di questi casi vedono come protagonisti dei bambini. Nonostante questo, però, soltanto una piccola frazione dei presunti colpevoli è finita in carcere.

Per quanto concerne Haiti, per ora non è stato effettuato alcun arresto, nonostante quelle che vengono definite “prove schiaccianti”. Il rapporto interno dell’Onu parla di abusi sessuali (nel periodo dal 2004 al 2007) da parte dei Caschi blu dello Sri Lanka ad Haiti su bimbi anche di 12 anni, e cita l’intervista a una ragazza – conosciuta come “V01”, ovvero “vittima numero uno” – che dai 12 ai 15 anni, quando il suo seno non era ancora sviluppato, ha detto di avere fatto sesso con circa 50 soldati, incluso un “comandante” che le avrebbe dato 75 centesimi. Un’altra vittima, identificata come “V02”, che aveva 16 anni quando è stata intervistata, ha raccontato di aver avuto rapporti sessuali con un comandante dello Sri Lanka almeno tre volte, descrivendolo come un uomo in sovrappeso con i baffi che le mostrava spesso foto della moglie.

Secondo l’indagine Ap, delle 2.000 accuse totali a caschi blu e altro personale Onu tra il 2004 e il 2016, 150 provengono da Haiti. In generale, invece, oltre ai soldati dello Sri Lanka, sono stati accusati peacekeeper provenienti da Bangladesh, Brasile, Giordania, Pakistan e Uruguay.

Roberto Derta

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1 commento

Pino Rossi 14 Aprile 2017 - 12:08

Perche quello che hanno fatto i caschi blu in cambogia dopo pol pot… Addirittura ci fu una circolare pregandoli di non parcheggiare auto dell’onu fuori dai bordelli. Ah, prima dei caschi blu non c’era aids nel paese.

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