Home ยป Putin: "Caro Obama, il tuo modello non รจ l'unico possibile"

Putin: "Caro Obama, il tuo modello non รจ l'unico possibile"

by Paolo Mauri
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Putin ObamaNew York, 29 sett โ€“ Al Palazzo di Vetro รจ in corso la 70esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite che vedrร , sino a sabato 3 ottobre, gli interventi di tutti i capi di stato delle nazioni aderenti.
Nel pomeriggio di ieri, ora italiana, รจ toccato al Presidente degli Stati Uniti Obama, intervenuto subito dopo lโ€™apertura della sessione da parte del Segretario Generale Ban Ki-Moon, del Presidente dellโ€™Assemblea Generale Lykketoft e del primo intervento del Presidente del Brasile Dilma Rousseff. In seguito, dopo, Polonia, Cina e Giordania, il discorso del Presidente della Federazione Russa, Putin.
Lโ€™evento, che รจ visibile in diretta streaming sul sito ufficiale dellโ€™Onu, vedrร  alternarsi tutti i capi di Stato e di governo nel corso di questa settimana.
Sicuramente i piรน attesi sono stati gli interventi di Obama e Putin, che sostanzialmente hanno toccato quasi gli stessi argomenti anche se in tono decisamente diverso: molto prolisso e retorico quello di Obama, piรน conciso e concreto quello del presidente della Federazione Russa.
Obama in particolare nella sua introduzione riferisce come lโ€™Onu sia stata fondamentale per mantenere la pace in questi 70 anni, nonostante le varie crisi globali, e che la democrazia รจ un principio che fa da baluardo contro lโ€™avvento di un possibile terzo conflitto mondiale. Concetto, quello della democrazia, che ricorrerร  piรน volte nel corso del suo lungo discorso che ha toccato diversi argomenti di attualitร  geopolitica.
Oltre ad un velato, ma non troppo, riferimento a Russia e Cina che secondo il Presidente americano โ€œerodono i principi della democraziaโ€ fa riferimento anche alla situazione europea, dove ci sarebbe โ€œpiรน polarizzazione nelle democrazie tra estrema destra e, a volte, estrema sinistraโ€. Un chiaro riferimento a quanto avvenuto in Ungheria e Grecia, secondo noi.
Il discorso di Obama prosegue toccando la questione del terrorismo, ma non solo, quando dice che โ€œci sono minacce che ci riguardano ogni giorno e non esiterรฒ a difendere il mio paese unilateralmente e senza esitazioniโ€ ma sentendosi anche in dovere di fare una sorta di ammenda per quanto avvenuto in Iraq, dicendo che gli Stati Uniti non possono piรน risolvere da soli i problemi del mondo. Al tempo stesso perรฒ, e qui vi รจ un chiaro riferimento alla Siria e alla Libia, afferma che certa storia recente ha dimostrato che le dittature sono instabili e non durature, e che certi governi sono caduti non per una cospirazione USA ma a causa del progresso della tecnologia dellโ€™informazione e per il fremente desiderio di libertร  delle popolazioni.
Chiaramente la questione principale resta quella siriana, dove Obama ancora parla di Bashar al-Assad come di un โ€œdittatore che uccide migliaia di persone portando sofferenza al proprio popoloโ€ e al tempo stesso ammette che quando in quel paese vi sono gruppi terroristi che massacrano la popolazione la questione non รจ piรน locale ma diventa globale. Il presidente americano auspica che si possa trovare una soluzione comune al problema siriano, dicendo esplicitamente perรฒ che la Siria ha bisogno di un altro leader, perchรฉ โ€œricordiamo come partรฌ (la guerra in Siria n.d.r.): una parte reagรฌ a proteste pacifiche massacrando la popolazione anche con lโ€™uso di armi chimiche e bombardamenti indiscriminatiโ€.
Prima di fare un ulteriore elogio della democrazia (โ€œcatastrofi come quella siriana non succedono dove cโ€™รจ democraziaโ€) e del capitalismo che viene ritenuto essere dal presidente degli Stati Uniti come la piรน grande opportunitร  che il mondo abbia mai avuto di prosperare, cโ€™รจ spazio anche per la questione Crimea quando dice che lโ€™America ha pochi interessi economici in Ucraina, ma che non si puรฒ far finta di non vedere quando โ€œlโ€™integritร  territoriale di un paese viene violataโ€; sarebbero proprio queste le motivazioni delle sanzioni alla Russia e non un qualche altro tipo di interesse economico o la volontร  di tornare alla Guerra Fredda.
Cโ€™รจ spazio anche per quanto sta accadendo nel Mar Cinese Meridionale ed ancora una volta Obama ribadisce che non รจ questione di interessi economici, ma gli USA esprimono la volontร  di voler vedere garantite le leggi internazionali ed il libero commercio incoraggiando la Cina a risolvere le differenze pacificamente.

Di ben altro tenore il discorso di Putin

Dopo una rapida introduzione sulle peculiaritร  dellโ€™Onu, sottolineando come sia nata grazie alla conferenza di Yalta, afferma che dalla fine della Guerra Fredda il mondo รจ cambiato e sta cambiando e che รจ emersa una singola โ€œrealtร โ€, ma che la Russia รจ pronta a lavorare con gli altri partner nazionali sebbene consideri le legittimazioni di alcuni Stati come un pericolo, arrivando a definire il mondo come โ€œgovernato dallโ€™egoismoโ€ qualora ci si arrendesse a certe rivendicazioni.
Fa da contraltare allโ€™apologia della democrazia il riferimento di Putin al diritto di ogni nazione di avere la libertร  di stabilire il proprio futuro, considerando perรฒ le varie diversitร  che vanno rispettate; in particolare sostiene che โ€œnessuno dovrebbe svilupparsi secondo un unico modelloโ€ portando lโ€™esempio di quanto successe nel passato della Russia, quando lโ€™esperimento di esportare il socialismo reale allโ€™estero provocรฒ sofferenze in quelle popolazioni che lo subirono: un monito non molto velato anche per gli esportatori di democrazia.
Il presidente russo, difatti, sostiene che le popolazioni cambieranno modo di governare naturalmente pertanto non occorre intervenire con la forza, in quanto dove si รจ cercato di cambiare i governi imponendo la democrazia ora vige il caos, e fa riferimento diretto a quanto sta succedendo in Libia e allโ€™Iraq del 2003, quando dopo lโ€™intervento unilaterale americano โ€œla popolazione si รจ trovata costretta in strada ed รจ stata reclutata dai terroristiโ€.
A questo proposito Putin sembra avere ben chiara la soluzione del problema: afferma che il terrorismo si nutre della finanza internazionale cosรฌ come della vendita del petrolio, pertanto lโ€™unico modo di combatterlo รจ di affrontarlo faccia a faccia; sostiene che non esistono โ€œribellioni moderateโ€ in quei paesi dove si combatte, perchรฉ in realtร  queste โ€œsono in sintonia con l’Isisโ€.
โ€œNon รจ per ambizioni particolari che stiamo agendo in Siria ma per lโ€™interesse comune ed i valori del mondo interoโ€, continua inoltre il presidente russo, sostenendo nel contempo che occorre creare una coalizione comune contro il terrorismo che aiuti tutte quelle forze legittime che lo stanno combattendo nel mondo. Il riferimento al governo di Assad รจ abbastanza esplicito.
Sempre in merito alla crisi mediorientale, Putin ritiene che lโ€™unico modo di porre fine alla tragedia delle migrazioni sia quello di fare in modo che queste persone restino nella loro terra aiutando i governi legittimi e ridando un governo in quei paesi dove non cโ€™รจ piรน, e qui cita testualmente la Libia.
Non mancano di certo i riferimenti alla crisi ucraina quando dice che occorre rispettare la decisione della popolazione del Donbass e soprattutto che la Nato non ha piรน ragione di espandersi essendo caduta lโ€™Unione Sovietica per combattere la quale era nata, quindi non essendoci piรน questa logica di confronto tra i due blocchi questa espansione dovrร  fermarsi altrimenti โ€œun giorno o lโ€™altro si arriverร  ad un’altra crisi proprio come sta succedendo per lโ€™Ucrainaโ€.

Putin sembra avere molto piรน chiara la situazione in medio oriente rispetto a quanto ancora รจ stato detto davanti al consesso di tutte la nazioni da parte di Obama

Il presidente americano pare abbia compreso solo parzialmente gli errori della politica estera USA, guarda caso solo quelli delle amministrazioni precedenti, commettendone cosรฌ dei nuovi, e gli esempi della Libia e della Siria sono lรฌ a dimostrarlo. Del resto a fare paura non รจ il ritorno della Guerra Fredda o il maggiore espansionismo della Cina in estremo oriente, bensรฌ quanto l’America sta facendo spingendo sempre piรน in un angolo le altre “grandi nazioni” del mondo.
Paolo Mauri
Approfondimento:
La nuova Guerra Fredda

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1 commento

Anonimo 29 Settembre 2015 - 6:53

Obama pagliaccio retorico, falso ipocrita, patetico moralista

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