Nel pomeriggio di ieri, ora italiana, รจ toccato al Presidente degli Stati Uniti Obama, intervenuto subito dopo lโapertura della sessione da parte del Segretario Generale Ban Ki-Moon, del Presidente dellโAssemblea Generale Lykketoft e del primo intervento del Presidente del Brasile Dilma Rousseff. In seguito, dopo, Polonia, Cina e Giordania, il discorso del Presidente della Federazione Russa, Putin.
Lโevento, che รจ visibile in diretta streaming sul sito ufficiale dellโOnu, vedrร alternarsi tutti i capi di Stato e di governo nel corso di questa settimana.
Sicuramente i piรน attesi sono stati gli interventi di Obama e Putin, che sostanzialmente hanno toccato quasi gli stessi argomenti anche se in tono decisamente diverso: molto prolisso e retorico quello di Obama, piรน conciso e concreto quello del presidente della Federazione Russa.
Obama in particolare nella sua introduzione riferisce come lโOnu sia stata fondamentale per mantenere la pace in questi 70 anni, nonostante le varie crisi globali, e che la democrazia รจ un principio che fa da baluardo contro lโavvento di un possibile terzo conflitto mondiale. Concetto, quello della democrazia, che ricorrerร piรน volte nel corso del suo lungo discorso che ha toccato diversi argomenti di attualitร geopolitica.
Oltre ad un velato, ma non troppo, riferimento a Russia e Cina che secondo il Presidente americano โerodono i principi della democraziaโ fa riferimento anche alla situazione europea, dove ci sarebbe โpiรน polarizzazione nelle democrazie tra estrema destra e, a volte, estrema sinistraโ. Un chiaro riferimento a quanto avvenuto in Ungheria e Grecia, secondo noi.
Il discorso di Obama prosegue toccando la questione del terrorismo, ma non solo, quando dice che โci sono minacce che ci riguardano ogni giorno e non esiterรฒ a difendere il mio paese unilateralmente e senza esitazioniโ ma sentendosi anche in dovere di fare una sorta di ammenda per quanto avvenuto in Iraq, dicendo che gli Stati Uniti non possono piรน risolvere da soli i problemi del mondo. Al tempo stesso perรฒ, e qui vi รจ un chiaro riferimento alla Siria e alla Libia, afferma che certa storia recente ha dimostrato che le dittature sono instabili e non durature, e che certi governi sono caduti non per una cospirazione USA ma a causa del progresso della tecnologia dellโinformazione e per il fremente desiderio di libertร delle popolazioni.
Chiaramente la questione principale resta quella siriana, dove Obama ancora parla di Bashar al-Assad come di un โdittatore che uccide migliaia di persone portando sofferenza al proprio popoloโ e al tempo stesso ammette che quando in quel paese vi sono gruppi terroristi che massacrano la popolazione la questione non รจ piรน locale ma diventa globale. Il presidente americano auspica che si possa trovare una soluzione comune al problema siriano, dicendo esplicitamente perรฒ che la Siria ha bisogno di un altro leader, perchรฉ โricordiamo come partรฌ (la guerra in Siria n.d.r.): una parte reagรฌ a proteste pacifiche massacrando la popolazione anche con lโuso di armi chimiche e bombardamenti indiscriminatiโ.
Prima di fare un ulteriore elogio della democrazia (โcatastrofi come quella siriana non succedono dove cโรจ democraziaโ) e del capitalismo che viene ritenuto essere dal presidente degli Stati Uniti come la piรน grande opportunitร che il mondo abbia mai avuto di prosperare, cโรจ spazio anche per la questione Crimea quando dice che lโAmerica ha pochi interessi economici in Ucraina, ma che non si puรฒ far finta di non vedere quando โlโintegritร territoriale di un paese viene violataโ; sarebbero proprio queste le motivazioni delle sanzioni alla Russia e non un qualche altro tipo di interesse economico o la volontร di tornare alla Guerra Fredda.
Cโรจ spazio anche per quanto sta accadendo nel Mar Cinese Meridionale ed ancora una volta Obama ribadisce che non รจ questione di interessi economici, ma gli USA esprimono la volontร di voler vedere garantite le leggi internazionali ed il libero commercio incoraggiando la Cina a risolvere le differenze pacificamente.
Di ben altro tenore il discorso di Putin
Dopo una rapida introduzione sulle peculiaritร dellโOnu, sottolineando come sia nata grazie alla conferenza di Yalta, afferma che dalla fine della Guerra Fredda il mondo รจ cambiato e sta cambiando e che รจ emersa una singola โrealtร โ, ma che la Russia รจ pronta a lavorare con gli altri partner nazionali sebbene consideri le legittimazioni di alcuni Stati come un pericolo, arrivando a definire il mondo come โgovernato dallโegoismoโ qualora ci si arrendesse a certe rivendicazioni.
Fa da contraltare allโapologia della democrazia il riferimento di Putin al diritto di ogni nazione di avere la libertร di stabilire il proprio futuro, considerando perรฒ le varie diversitร che vanno rispettate; in particolare sostiene che โnessuno dovrebbe svilupparsi secondo un unico modelloโ portando lโesempio di quanto successe nel passato della Russia, quando lโesperimento di esportare il socialismo reale allโestero provocรฒ sofferenze in quelle popolazioni che lo subirono: un monito non molto velato anche per gli esportatori di democrazia.
Il presidente russo, difatti, sostiene che le popolazioni cambieranno modo di governare naturalmente pertanto non occorre intervenire con la forza, in quanto dove si รจ cercato di cambiare i governi imponendo la democrazia ora vige il caos, e fa riferimento diretto a quanto sta succedendo in Libia e allโIraq del 2003, quando dopo lโintervento unilaterale americano โla popolazione si รจ trovata costretta in strada ed รจ stata reclutata dai terroristiโ.
A questo proposito Putin sembra avere ben chiara la soluzione del problema: afferma che il terrorismo si nutre della finanza internazionale cosรฌ come della vendita del petrolio, pertanto lโunico modo di combatterlo รจ di affrontarlo faccia a faccia; sostiene che non esistono โribellioni moderateโ in quei paesi dove si combatte, perchรฉ in realtร queste โsono in sintonia con l’Isisโ.
โNon รจ per ambizioni particolari che stiamo agendo in Siria ma per lโinteresse comune ed i valori del mondo interoโ, continua inoltre il presidente russo, sostenendo nel contempo che occorre creare una coalizione comune contro il terrorismo che aiuti tutte quelle forze legittime che lo stanno combattendo nel mondo. Il riferimento al governo di Assad รจ abbastanza esplicito.
Sempre in merito alla crisi mediorientale, Putin ritiene che lโunico modo di porre fine alla tragedia delle migrazioni sia quello di fare in modo che queste persone restino nella loro terra aiutando i governi legittimi e ridando un governo in quei paesi dove non cโรจ piรน, e qui cita testualmente la Libia.
Non mancano di certo i riferimenti alla crisi ucraina quando dice che occorre rispettare la decisione della popolazione del Donbass e soprattutto che la Nato non ha piรน ragione di espandersi essendo caduta lโUnione Sovietica per combattere la quale era nata, quindi non essendoci piรน questa logica di confronto tra i due blocchi questa espansione dovrร fermarsi altrimenti โun giorno o lโaltro si arriverร ad un’altra crisi proprio come sta succedendo per lโUcrainaโ.
Putin sembra avere molto piรน chiara la situazione in medio oriente rispetto a quanto ancora รจ stato detto davanti al consesso di tutte la nazioni da parte di Obama
Il presidente americano pare abbia compreso solo parzialmente gli errori della politica estera USA, guarda caso solo quelli delle amministrazioni precedenti, commettendone cosรฌ dei nuovi, e gli esempi della Libia e della Siria sono lรฌ a dimostrarlo. Del resto a fare paura non รจ il ritorno della Guerra Fredda o il maggiore espansionismo della Cina in estremo oriente, bensรฌ quanto l’America sta facendo spingendo sempre piรน in un angolo le altre “grandi nazioni” del mondo.
Paolo Mauri
Approfondimento:
La nuova Guerra Fredda
1 commento
Obama pagliaccio retorico, falso ipocrita, patetico moralista