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La rivista Nature demolisce il Cts: “Non ha nemmeno un virologo”

by Cristina Gauri
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comitato tecnico scientifico

Roma, 9 mar – La rivista scientifica Nature stronca la gestione italiana dell’emergenza coronavirus: e lo fa a partire dal Cts, il Comitato tecnico scientifico dalle cui consulenze dipendono le decisioni prese dall’esecutivo in materia di restrizioni e misure anti Covid. «Il principale organo consultivo sulla pandemia in Italia ha esperti di alto livello in molti campi, ma è privo di figure che in questa fase sarebbero cruciali». Questa la lapidaria introduzione dell’articolo, che accusa il comitato di non avere le competenze necessarie a ricoprire il proprio ruolo. «Non hanno neanche un virologo», è l’accusa.

Nature: i membri del Cts non hanno le competenze necessarie 

«Meno della metà dei suoi membri attuali sono nominati sulla base del curriculum», continua Nature. «Gli altri sono direttori di istituzioni sanitarie, nominati nel CTS ex officio. Soltanto due membri hanno una comprovata esperienza in biotecnologia, ma in campi non legati alle malattie infettive».

Il Cts costretto a preoccuparsi di microquestioni

L’analisi prosegue impietosa: mentre all’estero i «comitati sono chiamati a indicare strategie di alto livello e linee guida, il Cts deve a volte occuparsi di dettagli che andrebbero di regola gestiti da sottocommissioni o da altri organismi». Nature porta l’esempio dei «verbali degli incontri del Cts» in cui vengono riportate «molte discussioni sulle procedure di sicurezza per gli eventi sportivi. O sulla scelta di specifici guanti e mascherine. In un incontro ad agosto, i membri hanno speso tempo a chiarire il concetto di “monodose” nelle mense scolastiche, per poi passare a discutere un protocollo dettagliato sulla sicurezza per i cori delle chiese».

Errori e scivoloni

Nature passa poi in rivista gli scivoloni compiuti dal Comitato. Dai «documenti secretati per lungo tempo, la mancanza di tamponi nel Paese, fino alla confusione su cosa dovessero fare le persone asintomatiche», per citarne alcuni. Fino all’errore più clamoroso per la rivista scientifica, cioè la pressoché totale mancanza di considerazione per gli eccellenti centri di ricerca italiani.

Nature ha infine passato in rassegna i profili degli esperti del Cts. «Solo due membri hanno una chiara esperienza nel campo della biotecnologia, ma in campi estranei alle malattie infettive. Una ristretta gamma di competenze nel Cts può essere una delle ragioni alla base di tali decisioni. Il pannello ha figure di livello mondiale in pneumologia, malattie infettive, gerontologia ed epidemiologia. Ma manca di aree critiche di competenza nella diagnostica molecolare, virologia molecolare e screening ad alto rendimento».

Cristina Gauri

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1 commento

Sergio Pacillo 9 Marzo 2021 - 3:01

Cioè le loro tesi sono campate per l’aria.

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