Barcellona, 27 ott – L’hanno fatto. Finalmente il parlamento catalano ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza della Catalogna. Dopo più di un mese di un continuo rincorrersi tra il governo autonomico e quello centrale, sono stati i secessionisti a dare un passo avanti e proclamare la repubblica di Catalogna.
La giornata si è svolta come le giornate precedenti: in mezzo al caos e confusione generale, cambiamenti di orari, segreti e incertezze. Dopo diversi rinvii della seduta plenaria, finalmente si è arrivato al sodo e si è svolta una votazione in cui 70 voti sono bastati per rendere indipendente una regione spagnola, malgrado il fatto che i deputati catalani sono 135 in totale.
Nonostante l’euforia scatenatasi al di fuori del parlamento catalano, non può dirsi che sia stato un trionfo epocale con cui tuffarsi nel mondo internazionale. Anzi, lo sviluppo della sessione è stato piuttosto provinciale: la camera parlamentare era mezzo vuota dopo l’abbandono in massa dell’opposizione, chi ritiene la votazione illegale. Il voto dei deputati rimasti, poi, è stato segreto, così da rendere difficile il lavoro al pubblico ministero che sicuramente indagherà sui fatti, ma evidenziando pure il mancato consenso tra i propri indipendentisti, tanto che uno di loro ha perfino votato no.
Dopo la votazione, il palazzo del Parlamento era già affollato con 200 sindaci indipendentisti che aspettavano tra un selfie e un plauso per farsi la grande foto. Non mancava una bandiera delle Nazione Unite e una urna madeinchina, di quelle usate nel pseudoreferendum del primo ottobre. In più, è stato esposto un manifesto con le facce di Jordi Cuixart e Jordi Sánchez, i capi delle due principali organizzazioni civili indipendentiste (Òmnium Cultural e Assemblea Nacional Catalana), in prigione dallo scorso 16 ottobre come responsabili di una mobilitazione che ha messo sotto assedio alla Guardia Civile mentre indagava sulla logistica delle votazioni del 1 ottobre. Per concludere lo show si è cantato Els Segadors, l’inno catalano, che ormai sembra aver preso il posto di Despacito, la canzone dell’estate, tra le fila separatiste.
Il governo Rajoy, da parte sua, ha già ottenuto l’approbazione al Senato per applicare l’articolo 155 della Costituzione Spagnola, cioè, la sospensione dell’autonomia catalana con la destituzione del presidente Puigdemont e il suo governo. Prevedivilmente queste misure saranno attuate nelle prossime ore, a seguito dal Consiglio di Ministri previsto questo pomeriggio.
Laura Portolés