Damasco, 4 mar – Ancora voci, ma sempre più insistenti. Padre Dall’Oglio sarebbe ancora vivo, ostaggio dell’Isis insieme ad altri civili occidentali. L’ultima sacca di territorio occupata in Siria dai tagliagole oramai asserragliati e ridotti al lumicino, nasconderebbe quindi anche il gesuita italiano scomparso a Raqqa nel luglio 2013. Secondo fonti curde, rilanciate da alcuni media libanesi, Dall’Oglio non sarebbe mai stato ucciso proprio perché i jihadisti vorrebbero utilizzarlo come ultima, disperata, via di fuga. Una sorta di lasciapassare last minute, prima della caduta di Baghuz, villaggio siriano in cui poche centinaia di miliziani dell’Isis stanno cedendo all’assedio finale.
Stando a quanto riportato dalla testata libanese Al-Akhbar, ripresa anche dall’agenzia vaticana Fides che fa capo alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, i negoziati per la liberazione del sacerdote italiano e di altri ostaggi si sarebbero intensificati negli ultimi giorni e vi sarebbe già un accordo di fondo raggiungo tra Isis e curdi. L’accordo, sempre secondo le fonti libanesi, prevede appunto un lasciapassare per garantire la fuga di alcuni leader jihadisti. Nonostante si tratti dell’ennesima voce che ritiene Dall’Oglio vivo, fonti ecclesiali siriane avrebbero confermato a Fides che stavolta sarebbe degna di non essere trascurata e considerata inattendibile, poiché si baserebbe su quanto riferito da alcuni ostaggi curdi fuggiti dallo stesso territorio ancora occupato dall’Isis.
Gli ostaggi usciti vivi dalla sacca di Baghuz avrebbero riferito anche che tra i prigionieri ancora vivi ci sarebbero il giornalista britannico John Catlie e un’infermiera neozelandese della Croce Rossa. Un’altra fonte curda ha fatto sapere che in giornata si attende l’evacuazione di circa 200 persone da Baghuz, mentre altri 500 miliziani si sarebbero arresi alle forze curde supportate dagli Usa.
Eugenio Palazzini