Damasco, 14 ott – Circa 7.000 combattenti inquadrati dagli iraniani e costituiti da 2.000 volontari iracheni del corpo Al-Haydareyeen, 2.000 afghani, 2.000 iraniani del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie e 1.000 Hezbollah, prenderanno parte, insieme alle unità dell’Esercito Arabo siriano, all’offensiva su Idlib per liberare il nord della Siria dalla presenza dei gruppi terroristi.
Il Comando Centrale Anti-terrorismo di Baghdad, l’ufficio operativo congiunto che coordina gli staff militari di Russia, Iran, Iraq, Siria (e Hezbollah), rende noto che l’aeronautica russa in Siria aumenterà il numero di raid aerei contro i terroristi passando da 60 a 200 sortite al giorno; sul terreno, invece, lungo il fronte di Latakia-Idlib, sono pronte nuove truppe per l’offensiva contro i terroristi dell’ISIS, di AlQaeda/AlNusra e delle altre formazioni takfire.
A dar manforte a queste truppe è il generale iraniano Qasem Soleimani in persona, la cui presenza è segnalata, attraverso foto degli stessi soldati, in questa zona. L’offensiva terrestre è coordinata con le operazioni aeree russe che nei prossimi giorni prepareranno il terreno aumentando il numero di raid aerei.Quello di Latakia-Idlib è forse il fronte più sensibile della guerra in Siria: Latakia è il principale porto siriano oltre ad essere la base aerea che ospita i velivoli russi, Idlib è nodo strategico per il controllo del confine con la Turchia, attraverso la quale comunque le formazioni terroriste continuano a ricevere rifornimenti e supporto logistico.
Tra la costa e le montagne si deciderà, dal punto di vista militare, l’esito del conflitto. A riprova del fatto che in Siria non esiste nessun gruppo di “ribelli moderati” con i quali intavolare pacifiche trattative per la democratizzazione del paese, su questo fronte, vista la sua importanza, le formazioni “islamiste” sono tutte alleate tra di loro. Un unico coordinamento tra il Free Syrian Army, l’Esercito della Conquista (Jaysh al-Fath), l’Esercito dell’Islam, Jaish al-Mujaheddin wal-Ansar e Al Qaeda (Jabhat Al Nusra).
La situazione è comunque molto complicata sul terreno, una brigata corazzata dell’Esercito turco ha nuovamente sconfinato in Siria, entrando dalla zona di Atmeh, a nord di Idlib, e invece di prendere alle spalle lo schieramento delle formazioni terroriste si è posizionata in attesa. E’ la seconda violazione ufficiale, da parte dei soldati turchi, dei confini siriani: la prima avvenne all’inizio del 2015, quando unità militari turche sconfinarono su Aleppo e ritornarono in patria con un ricco bottino di infrastrutture, macchinari e manufatti saccheggiati dai terroristi nella zona industriale della capitale economica siriana. Da parte loro gli USA hanno confermato l’aviolancio, nelle ultime ore, di oltre 50 tonnellate di armi e munizioni…se non fosse del tutto scontato, visti i fatti, ci sarebbe da chiedere chi avrebbero rifornito; l’Esercito siriano e i gruppi anti-terroristi non di certo.
Giovanni Feola