Damasco, 1 mar – Dopo aver liberato, nel primo pomeriggio di oggi, lo strategico nodo stradale chiamato “triangolo di Palmira” e l’altura sulla quale è ubicato l’antico castello della città l‘esercito siriano, supportato dai raid aerei russi, è rientrato nella zona archeologica, la famosa area storica patrimonio dell’Unesco. Le prime avanguardie del 5° corpo dell’Esercito siriano sarebbero da pochissimi momenti già all’interno dell’anfiteatro romano. I terroristi dell’Isis avevano occupato Palmira nel 2015 distruggendo numerosi monumenti, tra cui l’Arco di Trionfo e il Tempio di Bel. Gli stessi jihadisti si diedero poi al saccheggio del museo nazionale e della necropoli. Riconquistata nel 2016 dalle forze di Assad, la città era stata nuovamente occupata dall’Isis lo scorso dicembre mentre le truppe di Damasco era impegnate nella liberazione di Aleppo.
Adesso finalmente il meraviglioso sito archeologico patrimonio Unesco è tornato sotto il controllo delle truppe governative. Come riportavamo fa su questo giornale, una settimana l’esercito regolare siriano era giunto a 4 km da Palmira e i terroristi avevano le ore contate. Quella di oggi è in sostanza una splendida notizia però non solo a livello artistico e simbolico. Lo è anche rispetto all’esito di una guerra lunga ormai sei anni, che vede le truppe di Damasco fronteggiare barbari terroristi che minacciano e purtroppo colpiscono anche in Europa.
La liberazione di Palmira da un punto di vista strategico è infatti fondamentale, perché nell’area sono presenti numerosi giacimenti di gas necessari per l’approvvigionamento di carburante per tutto il territorio siriano e perché isola la presenza dell’Isis sempre più accerchiato a Raqqa e nel deserto tra essa e Deir Ezzor.
Eugenio Palazzini
1 commento
Onore alle truppe leali al legittimo governo di Assad ed ai valorosi piloti russi! Avanti fino alla totale distruzione di questi dementi assassini ed alla totale distruzione di questo cancro chiamato daesh.