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Parma e Fiorentina, due (grandi) sorelle del calcio italiano

by Marco Battistini
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Roma, 17 ago – Torna la Serie A e sarebbe troppo facile partire dall’esordio dei novelli campioni d’Italia dell’Inter nella Genova rossoblu. Così come abbastanza scontato fare le carte dei primi impegni casalinghi di Milan e Juventus contro Torino e Como. Le partite delle capitoline poi regalano pochi spunti: la Roma visita un Cagliari ormai orfano di Ranieri, la Lazio ospita il neopromosso Venezia. Cinque protagoniste del primo quarto di ventunesimo secolo. Eppure – a cavallo dei due millenni – le sorelle erano sette: ecco, il Primato Calcistico inaugura il campionato 2024/25 parlando proprio di Parma e Fiorentina.

Nostalgia degli anni ‘90?

Esattamente, c’è stato un periodo del pallone italiano in cui al via della stagione il gruppo delle pretendenti allo scudetto risultava essere davvero nutrito. Prendiamo il 98/99, ad esempio. Anno calcistico in cui vinse il tricolore il Milan dei vari Maldini, Boban, Bierhoff e Weah. Strappò il titolo a una Lazio stellare (Nesta, Nedved, Vieri). E con l’Inter che franò a metà classifica – nonostante Baggio e Ronaldo – delusero anche Roma e Juventus. Le quali potevano pur sempre schierare Cafù e Totti, Zidane e Del Piero. Andò decisamente meglio proprio a loro: Parma e Fiorentina, divise da un punto, staccarono il biglietto per la successiva Champions League.

Era la Viola di Toldo, Rui Costa, Edmundo e Batistuta. Con Trapattoni in panchina e un girone d’andata che fece sognare un’intera città. L’ossatura dei gialloblù fa ancora oggi impressione: Buffon, Cannavaro, Thuram, Veron, Crespo. I ducali pagarono qualche punto di troppo perso contro le piccole.

Parma, Fiorentina e le notti di coppa

Abituali frequentatrici dell’allora aristocrazia del pallone, i ricordi migliori di Parma e Fiorentina sono però nelle magiche notti di coppa. Rimaniamo quindi in quella primavera di fine millennio. Seconda competizione nazionale, finale (manco a dirlo) tosco-emiliana. Al Tardini finisce 1-1: segnano Crespo e Batistuta. Nel ritorno in Toscana Valdanito si ripete, questa volta di tacco, ma i soldati del Trap Repka e Cois ribaltano il risultato. Sarà quindi la zuccata di Vanoli a spingere la Coppa Italia verso la Via Emilia. Una settimana più tardi il Parma vincerà anche la Coppa Uefa.

Due anni dopo, ancora loro. Rivincita datata 2000/01, torneo dominato da entrambe le squadre: ai quarti mentre i crociati strapazzano l’Inter, i gigliati fanno la stessa identica cosa contro il Brescia. Le due partite di andata finiscono 6-1 e 6-0. Al penultimo atto il Parma soffre ma piega l’Udinese, la Fiorentina dopo aver sfiorato l’impresa a San Siro regola in casa il Milan. In finale segna ancora Vanoli – sempre di testa. L’attuale tecnico del Torino nel frattempo però ha cambiato casacca. Viola avanti, forti della vittoria in trasferta. Al Franchi basta quindi un pareggio (in rimonta) per servire agli avversari il piatto della vendetta sportiva.

Pecchia contro Palladino

Eccoci ai giorni nostri. Il Parma – che alle 18.30 ospiterà proprio la Fiorentina – è fresco di promozione dopo il triennio cadetto. Gli ospiti dal canto loro nelle ultime stagioni hanno ritrovato una certa dimensione europea, raggiungendo due (sfortunate) finali di Conference League. Fabio Pecchia, tecnico degli emiliani dall’estate 2022, dopo tanta Serie B – già vinta tre volte – ha una seconda occasione in massima serie: nel 2017/18 è retrocesso alla guida del Verona. Parabola totalmente diversa per Raffaele Palladino, nuovo allenatore viola. Cresciuto professionalmente nel settore giovanile del Monza, deve il grande salto all’ultima intuizione calcistica di Silvio Berlusconi.

L’ex centrocampista di Napoli, Juventus e Bologna antepone il risultato al (bel) gioco, il prescelto del Cavaliere al contrario ricerca il primo attraverso lo sviluppo del secondo. Data questa chiave di lettura, l’incontro di oggi pomeriggio sarà l’ennesima occasione per mettere a confronto le due diverse filosofie di pensiero. Buon campionato a tutti.

Marco Battistini

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