Roma, 15 set – La decisione del governo di imporre il green pass a tutti i lavoratori ha generato un’ovvia discussione legata alle libertà garantite dalla legge italiana. Si tratta di un obbligo che dal 15 ottobre porrà seri problemi ai cittadini non vaccinati. Ma a prescindere da quella che molti definiscono una palese discriminazione, sussiste pure ciò che il costituzionalista Giovanni Guzzetta, professore ordinario di Diritto pubblico all’università Tor Vergata, definisce “situazione di squilibrio oggettivo”.
Il costituzionalista Guzzetta: “Tampone ha costi mensili molto rilevanti”
“Nel momento in cui il green pass viene esteso ad attività essenziali per la vita dei cittadini è chiaro che si assiste ad un salto di qualità nella politica del contrasto del covid. Formalmente – dice Guzzetta all’Adnkronos – siamo ancora nell’ambito dell’onere perché chi non si vuole vaccinare può sempre ricorrere al tampone. Nel frattempo però ricorrere al tampone per chi non si vuole vaccinare ha dei costi su base mensile molto rilevanti e questo crea una situazione di squilibrio oggettivo”.
“Lo Stato si assuma la responsabilità”
Pur non mostrandosi di per sé contrario al certificato verde, Guzzetta fa insomma notare l’ostacolo principale che si troveranno di fronte molti lavoratori decisi a non vaccinarsi e dunque costretti a ricorrere al tampone. “A questo punto – afferma il costituzionalista – le strade a me sembrano due: o lo Stato si fa carico di tutelare la scelta di non vaccinarsi senza penalizzarla economicamente costringendo a tamponi a ripetizione, oppure si assume la responsabilità di rendere obbligatoria la vaccinazione, cosa che è costituzionalmente consentita purché ne ricorrano i presupposti”.
Obbligo vaccinale? Il governo non ci pensa
Assumersi la responsabilità di rendere obbligatorio il vaccino anti Covid è quanto del resto chiesto al governo da molti esponenti politici. Eppure al momento questa opzione non è contemplata dall’esecutivo guidato da Mario Draghi. Ieri, in un’intervista rilasciata a Repubblica, il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha fatto sapere non a caso che a suo avviso “per ora è giusto evitare l’obbligo vaccinale”. Come mai? Perché “lo strumento del green pass traccia un solco meno profondo nella società”, dice Orlando. Con tutta evidenza non è così, perché lo stesso certificato verde traccia un solco profondamente divisivo. In realtà, quella responsabilità, il governo non intende affatto assumersela. E come già ben spiegato su questo giornale, avrebbe grossi problemi anche volesse assumersela davvero.
Alessandro Della Guglia
1 commento
Abbiamo bisogno pure dei costituzionalisti per l’ ovvio?! Stiamo piuttosto a vedere dove vanno effettivamente a parare. Nessuno o pochissimi parlano della fine di ‘sta “menata” e a questo punto è più che preoccupante per tutti. Il prevalere di determinati vantaggi (presunti), sugli svantaggi ha preso definitivamente il senso unico. Altro che squilibrio oggettivo…, da sanare!