Roma, 31 ago – A chi appartiene la sovranità? Se la conclamata allergia del Pd alle elezioni dimostra che il popolo è stato ormai esautorato, sono gli stessi dem a suggerire a chi potrebbe esserne il depositario. Lo fanno, nelle more dell’incucio a tinte giallofucsia, per bocca di Francesco Bonifazi.
“Conte si presenti ai mercati”
Fedelissimo di Renzi, ex tesoriere del Pd, Bonifazi è oggi senatore “semplice” al pari dell’ex premier, di cui resta nell’entourage. Avvocato di professione, dovrebbe però dare una ripassata alle dispense di diritto costituzionale. Almeno stando al delirante tweet che ha lanciato nel pomeriggio di ieri.
“Questa manfrina di minacce e ultimatum – si legge – è inspiegabile Conte chiuda la lista nel weekend e si presenti ai mercati lunedì mattina con un governo di qualità già fatto. Che cosa aspetta ancora?” Testuali parole: il presidente del Consiglio incaricato non deve presentarsi al parlamento per ottenere la fiducia, queste sono procedure arcaiche retaggi del passato. Conte, invece, dovrebbe palesarsi con la squadra di governo direttamente a Piazza Affari o alla City di Londra. Solo lì, par di capire seguendo l’allucinante ragionamento di Bonifazi, capiremo se il prossimo consiglio dei ministri potrà godere della fiducia o meno.
Bonifazi e il disastro de l’Unità
Le piazze finanziarie, nell’epoca della dittatura dello spread, assurte ad unico metro di giudizio dell’attività politica. Con il popolo ridotto ad un ingombrante fastidio con cui confrontarsi il meno possibile. Comprensibile, visto che dal 4 marzo scorso ad oggi il Pd riceve solo sonore e brucianti sconfitte ad ogni apertura delle urne.
Anche dal lato dei “mercati”, tuttavia, per il partito del Nazareno e per lo stesso Bonifazi non sembra dire molto bene. Nel corso del suo mandato come tesoriere, oltre a raccogliere perdite su perdite bruciando milioni sull’altare della campagna per il referendum costituzionale (ovviamente perso), è passata alla storia la fine dell’Unità. Il quotidiano fondato da Gramsci ha infatti visto la sua terza e definitiva chiusura proprio quando Bonifazi era il responsabile delle finanze del partito e azionista (di minoranza) della testata, con un codazzo di polemiche ai limiti della tragicommedia. Siamo sicuri che ai mercati il Pd piaccia davvero?
Nicola Mattei
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