“Non ho mai detto che gli italiani sono poco occupabili. Ho semplicemente sottolineato che i dati Ocse mostrano come molte persone abbiano bisogno di formazione per recuperare il gap che abbiamo nei confronti degli altri Paesi.” ha dichiarato il ministro per riparare all’evidente scivolone. Dura replica della Uil: “il ministro ‘ha il dovere di indicare proposte chiare per affrontare il tema, che certamente incide sull’occupabilità, abbiamo miliardi di fondi Ue da spendere e non sappiamo come”.
Le dichiarazioni del ministro Giovannini però sono banali constatazioni perché che gli italiani siano “poco occupabili”, lo sanno un po’ tutti: lassismo di fronte alle delocalizzazioni, continui tagli a scuola e università, pressione fiscale ai massimi storici, svendita del patrimonio nazionale e instabilità di governo sono solo alcuni degli fattori che hanno permesso che i giovani italiani non siano “un capitale umano su cui investire per il futuro”. Non è un caso che la disoccupazione giovanile abbia sfondato, per la prima volta, il 40%.
Michael Mocci