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Il caso dei Marò e il “Quarto Potere”…

by La Redazione
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Salvatore Girone, Massimiliano LatorreRoma, 9 set – Quando a giugno 2013 trovammo su youtube un filmato di una televisione privata indiana, Venad News, dove si mostrava l’approdo del peschereccio coi due pescatori morti a bordo, e poi le dichiarazioni concitate sull’accaduto rese dal comandante/proprietario Freddy Bosco, chiesi a un amico italiano che lavorava nel Kerala di farmi tradurre il parlato: Around 9:30PM I heard a huge noise… Intorno alle 21:30 ho sentito un rumore enorme, dichiara Mr. Bosco, e poi descrive la pioggia di proiettili.

Si trattava di una dichiarazione clamorosa, che metteva la sparatoria ben 5 ore dopo l’incidente alla petroliera Enrica Lexie, resa nell’immediatezza del fatto, e resa di fronte a una selva di microfoni, telecamere, e un graduato di Polizia.
E che smentiva le dichiarazioni di Bosco rese nelle settimane successive quando le 21:30 diventano le 16:30 per far coincidere l’orario con l’incidente occorso alla nave italiana.

A questo punto ho fatto fare altre tre traduzioni, sempre da persone diverse e sempre di lingua madre malayalam, la lingua del Kerala parlata da Mr. Bosco.

Quando sono certo del fatto mio diffondo la notizia, ed il giorno dopo il giornalista Fausto Biloslavo in un servizio su Rai1 Mattina svela che gli spari contro il peschereccio sono 5 ore più tardi dell’incidente alla Lexie e cita la traduzione.
Al che il conduttore della Rai chiarisce: anche noi lo abbiamo fatto tradurre!
https://www.facebook.com/photo.php?v=329383907193937&set=vb.469375633144312&type=2&theater

Ieri sui maggiori quotidiani nazionali, televisioni, telegiornali, e quindi internet, è rimbalzata la notizia apparsa sul giornale indiano Hindustan Times secondo il quale i militari a bordo della Enrica Lexie fecero pressioni per costringere il capitano della nave a fare un rapporto sull’accaduto ad una delle organizzazioni internazionali antipirateria, scrivendoci che le persone sulla barca avvicinatesi alla Enrica Lexie erano armate.

Chi ha controllato l’attendibilità della notizia prima di darla acriticamente a sessanta milioni di italiani?
Nessuno, ma anche oggi continua allegramente ad essere ripresa e trasmessa. Possiamo citare La Stampa, Repubblica, il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Rai News 24, Il Sole 24 Ore, Il Democratico, TG3 Web, etc. etc.

Stiamo facendo il paio con quando ad aprile 2012 Rai1 e Rai2 a reti unificate annunciarono con gran pompa i risultati della “perizia balistica” indiana che inchiodava i due accusati alla colpevolezza: i TG delle 13 e quelli delle 20, notizia ripresa dagli altri media.
Entro poche ore, proprio dalle immagini dei fogli sventolati e trasmessi dalla RAI ho potuto verificare che erano fogli ignobilmente falsificati alla fonte: un “depistaggio” in piena regola ai danni delle opinioni pubbliche italiana e indiana, fogliacci senza nessun valore giuridico.

Ho prodotto in due anni e mezzo di paziente lavoro, mio e di bravissimi collaboratori, una documentazione imponente con le prove verificabili che fin dal secondo giorno le autorità indiane dell’epoca hanno montato il caso contro “gli italiani”, montato coscientemente quando fin dalla sera dei fatti sapevano benissimo che i nostri militari non erano colpevoli.
http://www.seeninside.net/piracy/esposto5.pdf
per cui ci si aspetterebbe un minimo di prudenza prima di strombazzare ai quattro venti le “rivelazioni” indiane, che nel corso di questi mille giorni si sono rivelate “tutte false”.

Ma è chiaro che perdurando nel tempo questo atteggiamento di fare da cassa di risonanza di ogni baggianata indiana dopo due anni e mezzo uno deve pensare che non sia casuale, che la malattia di Latorre può aver generato un moto di simpatia verso i due da parte dell’opinione pubblica e quindi puntuale arriva l’accusa per il team militare di essere una sorta di associazione a delinquere che ha costretto il capitano a inventarsi un attacco pirata.

Che lo facciano “alcune autorità indiane” pazienza: hanno da coprire una serie incredibile di magagne, tanto vasta da apparire ormai ridicola.
Ma che qui da noi ci si ostini a tenere i paraocchi sulle magagne e lustrare la proboscide all’elefante appare proprio stravagante. Ma è ridicolo lo stesso.

Inchini e riverenze un tanto all’ora, diceva Trilussa.

Luigi Di Stefano
* Perito Giudiziario

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