Roma, 22 feb – In principio fu il Covid. Che in pochi mesi ha fatto a pezzi la retorica no border, quella secondo cui le frontiere non esistono. Perché, si sa, siamo tutti «cittadini del mondo». Suo malgrado, infatti, la sinistra ha dovuto imparare che esistono confini da rispettare tra nazione e nazione, dove vigono leggi e norme differenti: il tuo Paese ha misure di profilassi più blande? In Italia (o in Francia) non entri. E magari ti fai pure due settimane di quarantena in albergo, ovviamente a spese tue.
Contrordine compagni!
In principio fu il Covid. Ma poi arrivò la crisi in Ucraina. Dacché mondo è mondo, i conflitti armati servono per riscrivere le frontiere. Nella Seconda guerra mondiale, l’Italia perse tragicamente l’Istria, Fiume e la Dalmazia. Cosa di cui alla sinistra, notoriamente, non importa nulla. Anzi, sotto sotto, noi italiani le Foibe e l’esodo ce li siamo pure meritati. In Ucraina, però, è tutta un’altra storia. Basta leggere le dichiarazioni che in queste ore stanno inondando la Rete: «Chiediamo la convocazione delle Camere per reagire alla gravissima decisione russa di riconoscimento unilaterale del Donbass. L’uso della forza e della morte per cambiare i confini è tutto ciò contro cui per una democrazia vale la pena lottare», ha twittato con cipiglio autoritario – e prosa involuta – Enrico Letta. «Grave la decisione della Russia. Non si violano i confini di altri paesi», gli ha fatto eco Graziano Delrio. Potremmo continuare, ma i lettori avranno ormai capito l’antifona.
La sinistra e i confini (degli altri)
A questo punto, uno potrebbe dire: «Ecco la solita sinistra che non sa cosa sia la coerenza! Vergogna, buu, cacca, pupù!». Sbagliato: una coerenza c’è eccome. Se ci badate bene, infatti, la sinistra difende i confini solo ed esclusivamente quando si tratta dei confini degli altri. La sovranità nazionale va garantita, sì, ma solo se non è la tua. Insomma, questa sinistra è tutto tranne che incoerente. Del resto, sono 77 anni che questi individui odiano l’Italia. E non sarà di certo l’Ucraina a fargli cambiare idea.
Valerio Benedetti
5 comments
Allora vadano a vivere nella Ucraina occidentale di oggi dove troveranno tante carogne democratiche che li prenderanno a calci in culo da mane a sera! Solo così ammetteranno forzatamente la loro sempiterna stronzaggine da democratici a massima ipocrisia.
Non hanno scoperto niente.
Gli è arrivato un pizzino da oltre Atlantico.
Secondo voi chi c’è dietro all’Ucraina con mire espansionistiche ad est?
Vi siete mai chiesti perché a Toto Cutugno è stato inibito di esibirsi in #Ucraina?
https://massimosconvolto.wordpress.com/2019/03/23/toto-ucraina/
Guardatevi il video.
“con troppa America sui manifesti”
Per 5 parole Toto Cutugno è indesiderato in Ucrania.
La sinistra è un automa telecomandato altro che dotata di intelletto.
Proprio questi parlano, questi che hanno avallato le bombe in Jugoslavia e via di seguito, questa e’ proprio m…..
Le tragiche perdite sono state piuttosto il Goriziano e la Carniola Interna-Carso in Slovenia. Una parte de l’Ex-Istria è rimasta italiana (Trieste e provincia) e il resto meglio lasciarlo a quelle nazioni poco stabili come la Croazia come pure la Dalmazia. Fiume era già stata considerata come perdita nel Trattato di Londra del 1915 (a profitto dell’Impero austro-ungarico nel caso in cui avesse voluto riprendere un sbocco sul mare). Poi ovviamente è il Massacro delle Foibe non va mai dimenticato e spero che un giorno chi deve rispondere risponderà. Però ripeto sarebbe molto più giusto la restituzione del Goriziano e della Carniola Interna-Carso (la regione di Postumia) cedute entrambi all’Ex-Iugoslavia nel 1947
Egregio Luca, ma l’ Istria italiana oggi non è solo Muggia e dintorni? Trieste ha una storia a sé molto “crucca”, o sbaglio? Grazie per l’ eventuale attenzione.