Roma, 25 lug – La notizia del momento sembra sia diventata la richiesta di rimozione della scritta marmorea che campeggia sull’edificio di CasaPound a Roma. Il sindaco Virginia Raggi, infatti, si è presentato questa mattina al civico nr. 8 di via Napoleone III per consegnare la notifica dell’atto. Dopo aver rilasciato alcune brevi dichiarazioni alla stampa, il primo cittadino di Roma si è dileguato. Nel frattempo, hanno risposto alla Raggi sia Luca Marsella, consigliere di CasaPound al X Municipio, sia il vicepresidente delle tartarughe frecciate, Andrea Antonini.
«Raggi cerca visibilità»
Secondo Antonini «quella di Virginia Raggi è una mossa della disperazione per nascondere il fallimento della sua amministrazione», ossia «un goffo tentativo di ottenere visibilità mediatica, un tentativo che peraltro le si ritorcerà contro». Come spiega il vicepresidente di CasaPound, la Raggi era anche stata invitata a entrare per visitare il palazzo, ma «si è rifiutata e non ha risposto su nulla, nemmeno sull’esposto che il nostro consigliere Luca Marsella ha presentato contro di lei in merito all’ex colonia Vittorio Emanuele a Ostia. Insomma, ha fatto solo un po’ di teatro».
CasaPound il problema di Roma?
«Roma è una città con decine di problematiche ben più gravi di una scritta abusiva – continua Antonini – ed è ridicolo che il sindaco si muova di persona solo per fare passerelle di questo tipo». Peraltro, ci tiene ad aggiungere il vicepresidente di CasaPound, «quando alla Raggi un giornalista ha chiesto se Cpi fosse il problema di Roma, il sindaco ha risposto in evidente imbarazzo che “bisogna ripartire dalla legalità”. Ecco allora noi la esortiamo a ripristinare la legalità in tutti quegli stabili di Roma che sono sotto la giurisdizione del Comune [l’edificio di CasaPound, invece, è di proprietà del demanio, ndr], a partire proprio dall’ex colonia Vittorio Emanuele, occupata da decine di clandestini a cui la Raggi, o meglio i cittadini romani, pagano pure le utenze». Ad ogni modo, che cosa intende fare, ora, CasaPound? «Questo è un atto amministrativo, e quindi ci opporremo per via amministrativa», ha concluso Antonini.
Valerio Benedetti