Roma, 16 mar – Dall’elezione del presidente Trump in poi, la stampa mondialista, vedendo il suo potere propagandistico fortemente indebolito, ha cavalcato la questione delle ingerenze russe sulle votazioni occidentali, nonostante nulla sia mai stato minimamente provato. La minaccia dell’influenza del Cremlino è stata ugualmente utilizzata nella campagna elettorale italiana dagli esponenti dei partiti legati all’establishment, quasi come attenuante per la disfatta politica che era già stata chiaramente delineata. Esiste però un’organizzazione americana legata a George Soros, Avaaz, che ha intenzionalmente e dichiaratamente fatto propaganda elettorale, attraverso email spedite a raffica agli iscritti della sua piattaforma, post sponsorizzati sui principali social network e imbarazzanti messinscena sul territorio, per spingere alcuni candidati di sinistra, della lista +Europa della Bonino e del Movimento 5 Stelle nei collegi elettorali in bilico nel confronto con quelli della coalizione di centro-destra.
Queste non sono conclamate ingerenze di un’organizzazione straniera sulle sovrane elezioni di un Paese democratico?
Le influenze, come vedremo, non sono circostanziate solo al voto italiano ma fanno parte della mission di Avaaz, come confermato telefonicamente da Luca Nicotra, senior campaigner dell’organizzazione. Lo stesso, rispondendo con un tweet a Giorgia Meloni, afferma che “Avaaz è finanziata al 100% da piccole donazioni” smentendo i finanziamenti di George Soros. Peccato che Nicotra volutamente taccia sui fondatori dell’organizzazione; infatti nonostante le numerose nostre richieste, lo stesso non ci ha voluto fornire l’atto costitutivo di Avaaz dove sono presenti gli apporti di capitale.
La fondazione di Avaaz e Soros.
Siamo partiti da un articolo dell’ABC News del 2007, nel quale viene intervistato Ben Wikler presentato come “campaign director di Avaaz, organizzazione di advocacy globale finanziata dal filantropo George Soros, da MoveOn.org e dal sindacato SEIU”. Anche NGO Monitor, piattaforma che raccoglie tutte le informazioni finanziarie sulle organizzazioni, dichiara che Avaaz sia stata fondata da Soros tramite MoveOn.org.
Di questo abbiamo trovato riscontro anche nei bilanci pubblicati sul sito americano di Avaaz: non si parla ovviamente di Soros ma dei due fondatori dell’organizzazione, MoveOn.org e Res Publica, che ovviamente si spartiscono i membri del consiglio di amministrazione di Avaaz.
È risaputo che Move.On.org è un’organizzazione dichiaratamente fondata e sostenuta da George Soros: “MoveOn.org è diventata una grande forza politica, sia sul territorio locale sia a livello nazionale. È un comitato 527 (gruppi creati per influenzare la selezione, la nomina, l’elezione dei candidati ad uffici pubblici federali, statali o locali negli Stati Uniti) che ha preso contributi quasi illimitati dai principali donatori democratici. Durante la campagna presidenziale del 2004, MoveOn.org è stato il settimo più grande comitato 527 e ha speso 21 milioni di dollari, secondo il Center for Responsive Politics. Tra i fondatori troviamo il miliardario George Soros, uno dei più importanti finanziatori delle cause progressiste, che ha speso milioni nel 2004 cercando senza successo di sconfiggere il presidente Bush”.
MoveOn.org ha anche guidato e coordinato le proteste seguite all’elezioni di Trump, con un’altra organizzazione “social justice warrior”, Black Lives Matter.
Nel 2009, come recita il bilancio di Open Society Foundations, Soros ha donato a Res Publica 600.000 dollari da destinare ad Avaaz “per sostenere le spese generali e le campagne per il cambiamento climatico”.
I legami tra Avaaz e lo speculatore George Soros sono ancora più solidi grazie a Eli Pariser, che siede nel consiglio di amministrazione di Avaaz dalla sua creazione, in quello di MoveOn.org, in quello di Access Now (altra organizzazione sorosiana di cui parleremo in seguito) e in quello della Open Society Foundations.
Anche se al momento è completamente sostenuta da donatori privati, Avaaz è stata fondata grazie alla generosità di George Soros e delle organizzazioni da lui ampiamente finanziate, così come è stata supportata negli anni successivi alla sua costituzione, ed è stata coordinata da un uomo di fiducia dello speculatore ungherese.
Avaaz e le ingerenze sulle elezioni politiche.
Passiamo ora ad analizzare le ingerenze sulle elezioni politiche operate da Avaaz, che ovviamente non hanno riguardato solo l’Italia.
Nel 2017, l’organizzazione americana si è scagliata contro il partito tedesco di destra AfD, sia durante la campagna elettorale con una petizione che recitava “Resistiamo al tuo razzismo. Rappresentiamo una Germania cosmopolita, sociale, liberale e diversificata in cui non c’è spazio per la xenofobia. Dove vuoi costruire muri, noi costruiamo ponti. Dove vuoi diffondere odio, noi rispondiamo con la coesione. Questa è la nostra terra e tu non la porti indietro”, sia ad elezioni avvenute che hanno visto l’affermazione dell’AfD, diventato il terzo partito, nonché una pesante perdita di punti percentuali della CDU della Merkel e dell’SPD di Schulz. Questo ha causato la mancanza di una maggioranza capace di formare un governo. Avaaz, a tal proposito, ha pensato con l’ennesima petizione di convertire i “razzisti” dell’AfD in agnellini della Merkel: “Come deputato al Parlamento, hai il dovere di prendere le distanze chiaramente dal razzismo in qualsiasi forma. Dopo le numerose dichiarazioni pubbliche fatte dai tuoi colleghi, c’è solo un modo per farlo: lascia il gruppo AFD. Prendi la tua decisione oggi”. Una vera campagna acquisti di parlamentari.
Le ingerenze sulle elezioni politiche hanno massicciamente riguardato anche il Canada: è dal 2008 che Avaaz si mobilita a favore dei partiti dello schieramento liberale e democratico canadesi. Nelle ultime elezioni del 2015, l’organizzazione americana ha fatto una vera e propria campagna elettorale contro l’uscente Primo Ministro Stephen Harper per favorire l’elezione di Justin Trudeau. Avaaz, a tal scopo, ha utilizzato call center, annunci promozionali su giornali e radio, affissioni, e post sponsorizzati sui principali social network.
Non poteva mancare ovviamente il forte impegno di Avaaz, durante la campagna elettorale statunitense del 2016, contro Donald Trump, avversario della Clinton tanto sostenuta finanziariamente da George Soros. SMS mirati, teatrini organizzati e recitati da comparse nelle città (anche in Gran Bretagna e Germania) e post focalizzati sui social media sono stati gli strumenti di Avaaz per screditare la figura del candidato repubblicano. Ovviamente la campagna contro Trump non si è conclusa con la sua vittoria alle elezioni.
Le stesse ingerenze sul voto democratico sono state fatte da Avaaz anche in Francia per spingere il candidato Macron e in Gran Bretagna per la Brexit, dove addirittura l’organizzazione ha pubblicato una petizione per un secondo referendum. Ricordiamo che George Soros ha donato 400.000 sterline a Best of Britain, promotrice di un secondo referendum per annullare quello che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
E poi i media occidentali scrivono intere pagine basate sul nulla a proposito delle ingerenze russe, e tacciano quando le stesse sono dichiarate e chiaramente alla luce del sole. A proposito della Russia, Paese fortemente nemico delle intromissioni delle organizzazioni di Soros sulla politica nazionale che ha portato anche all’espulsione di molte di queste dal proprio territorio, abbiamo riscontrato che dal 2012, ogni anno, nel bilancio di Avaaz figura una voce di spesa: traduzioni e consulenze, area geografica Russia.
Ci piacerebbe tanto sapere per quale motivo Avaaz necessiti di traduzioni dal russo all’inglese.
Continua…
Francesca Totolo
12 comments
Avaaz e molte altre organizzazioni che non dichiarano i loro finanziatori occulti nè i veri scopi , andrebbero messe sotto processo per abuso della credulità popolare, dato che mentono per fini sovversivi ed in contrasto con gli interessi del popolo italiano.Questo vale anche per i pennivendoli presstitutes al servizio della finanza straniera; il loro reato è ancora piu’ grave perchè mentono al loro stesso popolo e quindi si prefigura il reato di alto tradimento, ben presente nel nostro codice penale con reclusione dai 5 ai 10 anni.
Bravi, ottimo articolo ed ottima indagine.Vero giornalismo, continuate sempre così sempre,senza abbassare la testa
Purtroppo… : “
“Quod principi plaquit… Legis habet vigorem”… Chi può denunciare un manipolo di farabutti miliardari che hanno in mano la finanza mondiale e usano i governi come marionette?… Mi viene in mente Pierino:” Mentre il governo dorme, il padrone forte i sindacati e mnda affanculo il popolo!”…
……ora c’è da chiedersi: ”chi ”muove” Soros?
Sicuramente Soros è mosso dai sionisti!! Gli stessi ebrei sefarditi tolleranti che seguono la bibbia torah contestano duramente il sionismo di origine cazara (non medio orientale).I sionisti seguono la bibbia esoterica magica del talmud che dice che bisogna creare il conflitto tra i vari popoli e religioni per il predominio finale della loro razza che questi veramente credono essere quella “eletta”!
Altra cosa grave è che nel talmud i non ebrei vengono chiamati goyim e sono equiparabili agli animali e se non sono utili agli “eletti” possono anche essere soppressi sin da piccoli.E’ per questo che la vita di un palestinese per molti sionisti in Israele non ha alcun valore ne diritti ed è per questo che ne sono stati uccisi a migliaia .
Chi si vuole a disiscriveresi da AVAAZ eco il link.
https://avaaz.desk.com/customer/it/portal/articles/2539843-cosa-devo-fare-per-disiscrivermi-?b_id=10884
[…] 19 mar – Dopo aver dimostrato che George Soros ha finanziato massicciamente la fondazione di Avaaz, organizzazione americana che concretamente ha cercato di influenzare le elezioni politiche in […]
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[…] Aavaz, l’ONG fondata da Soros che condiziona la politica italiana […]
[…] sta facendo Avaaz ad esempio, una Ong americana di pressione politica internazionale, vicina a Soros e nota per essere specializzata in ingerenze sulle elezioni di Paesi sovrani e […]
[…] all’odio”. Di fatto una vera e propria censura politica, visto che queste Ong sono quasi sempre schierate a sinistra. Non si spiega altrimenti un provvedimento come quello operato nei confronti dei Bronson, i cui […]