Roma, 30 nov – Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti interviene sulla polemica scatenata da chi ritiene che esporre il crocifisso e allestire il presepe nelle scuole possa urtare la sensibilità degli appartenenti ad altre confessioni religiose. Un tema che torna ad essere di attualità, con l’avvicinarsi delle festività natalizie.
“Il crocifisso è il simbolo della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni: non vedo che fastidio possa dare nelle nostre aule scolastiche anzi, può aiutare a far riflettere”, dice Bussetti. Intervenuto a un incontro con i docenti e dirigenti degli istituti paritari aderenti alla Fidae, il titolare del Miur si è detto favorevole anche ai presepi nelle scuole in occasione del Natale, perché “fanno parte della nostra identità”.
Sull fronte della legittimità, e in risposta a chi ritiene che rendere obbligatori i simboli della religione cattolica nei luoghi e negli uffici pubblici contrasti con i principi costituzionali di uguaglianza dei cittadini, di libertà di religione e di laicità dello Stato, l’ultima parola l’ha detta nel 2011 la Grande Camera della Corte europea per i diritti dell’uomo.
Infatti, accogliendo un ricorso dell’Italia, ha definitivamente ritenuto legittima la sua esposizione, ribaltando così una sentenza di segno opposto della stessa Corte europea.
Ma il problema resta, perché alcuni presidi, pur di non subire le proteste di chi cavalca il malcontento dei genitori degli alunni di altre religioni, cedono e vietano il presepe. Come è successo nelle scuole di Favaro Veneto, Tessera e Dese. Una decisione che ha scatenato la protesta di genitori e di alcuni insegnanti di un istituto comprensivo.
E quando una preside avrebbe giustificato il “no” con la mancanza di fondi, la Lega ha ricordato che la Regione Veneto ha stanziato 50mila euro proprio per allestire i presepi nelle scuole.
Ma non finisce qui. La polemica ha travolto anche le componenti di una scuola elementare di Terni dove l’organizzazione di un presepio vivente sarebbe stata bloccata dalla dirigente scolastica “in segno di rispetto verso le altre culture”.
Al contrario, invece, il Comune di Arezzo che ha chiesto alle scuole comunali di allestire un piccolo presepe, un invito rivolto anche agli istituti statali che vorranno aderire. “E’ una tradizione importante alla quale non possiamo e non vogliamo rinunciare“, ha spiegato l’assessore alle Politiche scolastiche e sociali, Lucia Tanti.
Caos anche nelle scuole del Trentino per le dichiarazioni del presidente della Giunta provinciale, il leghista Maurizio Fugatti: “Crocifisso e presepio di Natale in tutte le scuole del territorio, perché devono essere coltivate le millenarie radici cristiane della nostra tradizione“. “Se ci chiederanno di mettere (o rimettere, o mantenere) il crocifisso nelle aule lo faremo, ma francamente non si sentiva la necessità di questa presa di posizione”, è la replica stizzita dei presidi del Trentino.
Infine, nei giorni scorsi una mozione presentata dalla Lega al Comune di Pisa impegnava il sindaco e l’assessore competente “ad attivarsi, nei limiti delle proprie competenze, affinché all’interno di ogni scuola operante sul territorio comunale, al di là dell’ordine e del grado, sia allestito un presepe in vista delle prossime festività natalizie”. Anche in questo caso la decisione ha spaccato in due scuole e opinione pubblica. Quello che fa specie è che le istituzioni debbano richiedere la presenza nelle scuole del presepe natalizio. Quando fino a pochissimo tempo fa era una consuetudine su cui nessuno aveva da ridire. L’accoglienza e l’integrazione a volte cozzano con il buon senso. E alcuni presidi purtroppo a volte non mostrano buon senso, con le loro decisioni.
Adolfo Spezzaferro
Bussetti: "Crocifisso e presepe nelle scuole. Sono parte della nostra identità"
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