Roma, 9 dic – “Un sindacalista in Europa. Anzi, nelle tre Europe”. Così, con euforico slancio, L’Unità presentava ai compagni lettori Antonio Panzeri. Correva l’anno 2004 e Panzeri, fermato oggi in Belgio perché sospettato di aver preso mazzette da un Paese del Golfo, era candidato al Parlamento di Strasburgo nella lista di Prodi: Uniti nell’Ulivo. L’allora sindacalista della Cgil fu poi eletto eurodeputato nel 2004 e riconfermato all’Europarlamento con il Pd, nel 2009 e nel 2014. Il riferimento alle “tre Europe” della buon vecchia Pravda italiana, non era altro che una banalissima citazione del titolo di un libro di Panzeri: Le tre Europe dei diritti, dove il sindacalista raccontava “le diverse realtà dell’Unione”, analizzando “le opportunità e le difficoltà legate all’allargamento a est”.
Chi è Antonio Panzeri
Quello di Antonio Panzeri è un curriculum ricco di incarichi alla Cgil, come teneva a rimarcare proprio L’Unità. Già segretario della Camera del lavoro di Milano, nonché ex responsabile delle politiche europee della Cgil, si è dato poi alla carriera strettamente politica. Sempre in direzione internazionale. Presidente della Delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l’Unione del Maghreb arabo, membro della Commissione per gli affari esteri (AFET), nonché membro della Sottocommissione per i diritti dell’uomo (DROI). Panzeri è stato inoltre membro sostituto della Commissione per i bilanci e della Delegazione all’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo. Tre legislature al Parlamento europeo, eletto per la prima volta nel 2004 e riconfermato nel 2009 e ancora nel 2014. Nel 2017 ha lasciato il Partito Democratico per aderire ad Articolo Uno.
Oggi Panzeri risulta essere presidente di Fight Impunity, un’organizzazione no profit con sede a Bruxelles fondata tre anni fa per “promuovere la lotta contro l’impunità per gravi violazioni dei diritti umani e crimini contro l’umanità”. Già, proprio quei diritti calpestati dal Qatar e quei crimini di cui è accusato lo stesso Paese del Golfo. “Lottiamo contro l’impunità per le violazioni dei diritti umani”, si legge sul profilo Twitter di Fight Impunity. Qualcosa dev’essere andato storto, dalle parti della presidenza, in questa lodevole battaglia. Durante le perquisizioni nell’abitazione di Panzeri, la polizia del Belgio ha trovato 500mila euro in contanti. Da dove provengono quei soldi, saranno i giudici di Bruxelles a stabilirlo.
Eugenio Palazzini
6 comments
Sarei semi-garantista, sino a prova provata. Da quelle parti l’ italiano è troppo spesso considerato ladro comunque anche e soprattutto da chi voleva/doveva “prendere” al posto suo… Vediamo come si difende.
Una testa calda come il Landini a petrolio
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