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La Commissione Ue attacca ancora l’Italia: “Manovra ostacola la crescita”

by Adolfo Spezzaferro
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Bruxelles, 27 feb – L’Italia è di nuovo nel mirino dell’Unione europea. L’ultimo Country Report da parte della Commissione Ue sul nostro Paese lancia l’ennesimo (e puntuale) allarme sui nostri conti pubblici.

Proprio mentre il Parlamento sta approvando le due misure-bandiera di Lega e M5S, i tecnocrati di Bruxelles tornano ad attaccare reddito di cittadinanza: “L’efficacia dipenderà dal modo in cui sarà gestito“.

“L’Italia ha adottato un nuovo schema di reddito minimo che sostituirà il precedente, con l’obiettivo di sviluppare un modello di inclusione attivo”, si legge nella comunicazione della Commissione Ue che accompagna il Country Report.

A questo punto Bruxelles mette sotto la lente Palazzo Chigi affermando che saranno monitorate le politiche portate avanti dall’esecutivo: “La Commissione monitorerà da vicino gli sviluppi in Italia e valuterà le misure e gli impegni di politica (economica) per affrontare gli squilibri, in particolare il livello di ambizione del Programma Nazionale di Riforma, nel contesto del prossimo pacchetto primaverile del Semestre Europeo”.

L’attacco di Bruxelles: “Belpaese ostacolo per gli investimenti”

Poi arriva la bordata. Secondo l’esecutivo comunitario, l’Italia presenta ostacoli agli investimenti in 16 su 19 settori monitorati. Nella pubblica amministrazione e nel clima per le imprese, ci sono ostacoli per il carico burocratico e amministrativo, la pubblica amministrazione, gli appalti pubblici, il sistema giudiziario, la legislazione sui fallimenti e il quadro regolamentare sulla concorrenza.

Moscovici: “Alto debito e bassa crescita”

Immancabile poi l’attacco del commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici: “Le sfide per l’Italia sono ben conosciute: alto debito, bassa crescita della produttività, alta disoccupazione, crediti deteriorati in calo ma a un livello elevato, assenza di progressi e stallo nelle riforme. Tutto questo rende gli squilibri macroeconomici eccessivi e per questo è urgente che compia passi per migliorare la qualità del bilancio, aumentare l’efficienza della pubblica amministrazione e della giustizia: c’è un senso di urgenza dato che le stime di crescita per noi non sono più alte di +0,2%”.

Parole dure che potrebbero scatenare nuove tensioni tra Bruxelles e il governo gialloverde.

Dombrovskis: “Valuteremo il programma di riforme”

Anche il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, punta i riflettori sull’Italia: “Continueremo a monitorare molto strettamente la situazione italiana tornando a discuterne sulla base delle stime Ue di primavera, dei dati di chiusura del 2018 e degli impegni di bilancio del governo a medio termine e del programma di riforme“.

L’endorsement per il titolare del Mef

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria è considerato un “interlocutore credibile” dalla Commissione Ue e ha “svolto tutto il suo ruolo” nel trovare un accordo sulla manovra per il 2019, evitando una “contrapposizione stupida tra Italia e Ue”, nel “mutuo interesse” del nostro Paese e dell’Eurozona.

Lo sottolinea Moscovici, che aggiunge: “Da quando Tria è ministro delle Finanze abbiamo lavorato bene insieme”.

La replica di Tria: “Nell’Ue nessuno può sindacare su nostre misure”

In Europa “nessuno può entrare nel merito delle singole misure di politica nazionale. Di reddito di cittadinanza e Quota 100 non si è assolutamente parlato nell’Ecofin di febbraio“. Così il ministro Tria, riferendo davanti alla commissione Finanze del Senato.

E comunque – chiarisce il titolare del Mef – sulla manovra italiana, a Bruxelles “non c’è mai stata una discussione” su singole scelte. “Non si è discusso della nostra manovra di bilancio negli ultimi Ecofin né nell’Eurogruppo”, che è la sede più appropriata in cui discutere.

Insomma, sebbene ancora una volta Moscovici, lodando Tria, abbia tentato di destabilizzare la maggioranza Lega-M5S, il titolare delle Finanze non ha ceduto alle lusinghe, dando l’idea di un governo più compatto. Anche perché, dopo il voto in Sardegna, ora più che mai a Palazzo Chigi sono tutti “allineati e coperti”. Pena la rottura del contratto da parte della Lega di Matteo Salvini.

Adolfo Spezzaferro

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3 comments

Cesare 27 Febbraio 2019 - 5:16

Ma non si parla piu’ di uscire dalla gabbia della EU e dei suoi burocrati stranieri non eletti da nessuno per ridare allo stato una funzione nella economia,con la proprietà della stampa del denaro a costo zero oggi privata ed in mano alla BCE?Eppure è l’unica alternativa per fermare il declino totale della nazione italiana e l’impoverimento e schiavizzazione dei suoi cittadini

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luca rossi 28 Febbraio 2019 - 12:19

Sono messi li dai caporioni del Bilderberg…come i vari nostri Monti Letta Renzi…svegliaaaa!

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claudio risi 27 Febbraio 2019 - 5:37

Fatemi capire…perchè tutti questi hanno la faccia da pervertito e dopato? Quante canne si fanno questi?…quanto bevono?…con quanti escort-gays si trastullano negli hotels di Bruxelles? Ritorniamo all’analisi del volto, di quello che uno è veramente guardandolo bene in faccia.

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