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Como: dramma dell’immigrazione. Marocchino si suicida e uccide le tre figlie

by La Redazione
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Como, 20 ott – Ennesima tragedia provocata dall’immigrazione. Un marocchino di 49 anni, residente da anni in Italia, si è suicidato appiccando il fuoco nell’appartamento dove viveva, a Como, con le quattro figlie di età compresa tra i 3 e i 12 anni. Morte, oltre al padre suicida, tre figlie, di 3, 4 e 8 anni. La quarta figlia, di 12 anni, è ricoverata in condizioni molto gravi a Cantù. Il primo a morire, pare sia stato proprio il padre. Le bambine sono morte dopo essere arrivate in ospedale.

Le fiamme sono divampate all’ultimo piano della palazzina dove l’uomo viveva con i figli nell’appartamento di proprietà di un ente benefico che affitta a persone bisognose. Da quanto si apprende pare che alla base del folle gesto dell’uomo ci fossero tensioni famigliari. La moglie, infatti, soffriva di problemi psichici e di depressione, e da qualche giorno era ricoverata in una struttura. Da tempo la famiglia era seguita dai servizi sociali, visto l’evidente stato di difficoltà in cui versava. Pare che il marocchino, che lavorava in proprio, stesse attraversando un momento economicamente difficile.

Per spegnere le fiamme è stato necessario l’intervento di cinque squadre di vigili del fuoco, che per sottrarrei corpi dalle fiamme sono entrati dalla finestra. Sul posto anche 4 ambulanze e tre volanti della polizia, tutti allertati dai vicini di casa che hanno visto il fumo uscire dall’appartamento. All’interno dell’abitazione pare sia stato ritrovato del materiale accatastato, segno dell’intenzionalità del gesto. L’uomo ha appiccato le fiamme dopo essersi barricato in casa con le figlie. Dai primi referti medici si è appreso che la bambine non sono morte per le ustioni ma per l’intossicazione del fumo respirato. Per loro non è stato sufficiente il disperato tentativo di rianimazione portato avanti dai soccorritori, che quando sono giunti sul posto hanno trovato i corpi delle piccole già in arresto cardiaco. I soccorritori, ancora scossi dalla scena che si sono trovati davanti, hanno chiesto l’aiuto di uno psicologo.

Anna Pedri

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