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Di Maio non si arrende: “Tav inutile, serve voto del Parlamento”

by Elena Sempione
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Roma, 26 lug – Anche se si sta facendo di tutto per tenere in piedi questo governo, i rapporti tra Lega e M5S non sembrano comunque ricomposti. Benché tra i leader dei due partiti della maggioranza sia stata firmata una sorta di tregua, infatti, Di Maio continua a frenare su due obiettivi di Salvini: Tav e flat tax. «Per noi la Tav resta un regalo ai francesi», ha affermato a Sky Tg24 il capo pentastellato, secondo cui, con la Torino-Lione, «regaleremo 2,2 miliardi alla Francia dei soldi degli italiani». Di Maio ha dunque ribadito che «il M5S non ha rinnegato l’inutilità della Torino-Lione. Nei prossimi giorni si depositerà l’atto per chiedere il voto in Parlamento. Non lo abbiamo chiesto noi, lo ha chiesto il premier. In Parlamento abbiamo la maggioranza relativa, il 33%, non assoluta. Quello che potremo fare lo faremo». Un altro segnale che non sarà ben recepito da Salvini.

Né Tav né flat tax

Ma non c’è solo la Tav a dividere Lega e M5S. Anche la flat tax, altro cavallo di battaglia salviniano, non fa impazzire i pentastellati: «Per me è ancora un mistero – ha proseguito Di Maio – ancora non ho visto le coperture, anche la flat tax volontaria di cui si parlava ieri non ho capito cosa significa. Intanto sto lavorando al cuneo fiscale, una misura “realistica”. Ho trovato 4 miliardi per la flat tax, ma ne servono almeno il triplo». Per tutti questi motivi, Di Maio è più propenso a studiare il varo di una «local tax», ossia l’accorpamento di tutti i tributi comunali in un’unica soluzione. Idea che, peraltro, non dispiaceva neanche al governo Renzi. «Dobbiamo creare una tassa a livello comunale che si chiami local tax, che costi di meno e semplifichi la vita», ha annunciato il vicepremier, che ha proposto anche di ridurre il canone Rai e di abolire il bollo auto.

Di Maio vuole andare avanti

Nonostante tali stoccate a Salvini, Di Maio è però deciso ad andare avanti con questo governo: «Sono ore in cui si dice che si stia perdendo fiducia nel ministro dell’Economia e nel premier. Dico che questo non fa bene al Paese, hanno portato avanti trattative complesse con l’Ue, scongiurato procedure, abbiamo spread basso anche grazie al loro lavoro. È il momento di capitalizzare nella manovra. Ho piena fiducia in Giovanni [Tria] e Giuseppe [Conte]». Eppure, malgrado alcune parole di distensione, i rapporti in seno alla maggioranza restano comunque tesi. E il governo resta appeso a un filo.

Elena Sempione

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Jos 26 Luglio 2019 - 7:04

…,serve che torni a vendere bibite…torna, lo stadio aspetta te…

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