Roma, 16 giu – L’ennesima strage di clandestini in Grecia mette ancora una volta in imbarazzo la retorica immigrazionista e il modo – penoso – in cui si sta affrontando il problema nelle sedi europee. Per meglio dire, il modo in cui non lo si sta facendo.
Grecia, una strage di clandestini (spesso bambini)
Come riporta l’Ansa, finora sono stati rinvenuti 78 cadaveri. Siamo a Pylos, nel sud del Peloponneso, per un bilancio complessivo che è tra i peggiori della tristissima storia delle morti nel Mediterraneo: circa 600 morti, molti dei quali non verranno mai ritrovati. Senza contare che proprio gli onnipresenti bambini – che saranno usati anche questa volta per promuovere ancora i viaggi della morte anziché scoraggiarli – abbondano: si parla di un centinaio. I superstiti danno questo numero, raccontando di una loro chiusura nella stiva. Dalle testimonianze emerge che il peschereccio Adriana era partito vuoto dall’Egitto, prima di fermarsi nel porto libico di Tobruk e fare il carico di clandestini verso l’Italia. Le autorità greche non si sbilanciano, ma lo fa Manolis Makaris, il medico dell’ospedale di Kalamata: “È possibile ci siano fino a 600 morti”, dice, aggiungendo sui superstiti che: “tutti mi hanno confermato che a bordo c’erano 750 persone, tutti hanno fatto questo numero”.
Continuiamo a pensare ai “ricollocamenti”
Si torna dunque polemicamente al più stupido dei concetti immigrazionisti: il “ricollocamento”. Invece di impedire le partenze (e quindi le tragedie) si pensa a come ricollocare chi arriva con i barconi, sfuggendo alle tragedie stesse ma rischiandole ogni dannatissima volta: un problema da cui non si esce probabilmente perché non c’è alcun interesse ad uscirne. Tra “è un fenomeno inarrestabile”, “è la storia” ed altre sciocchezze ignoranti spacciate per colte, l’immigrazionismo – anzitutto culturale – prolifera. Con tutte le conseguenze drammatiche del caso. Non ci vorrebbe alcun genio per rendersi conto dell’evidente nesso tra partenze e decessi. È stato dimostrato, dati e fatti alla mano, più volte. Ma se dall’altro lato c’è non solo chi non vuole ascoltare, ma chi è palesemente orientato ideologicamente, restano dati e fatti inutili. Purtroppo.
Alberto Celletti
1 commento
Castigare i governi dei paesi di provenienza, no eh? Concorso in gravi reati globalisti bello e buono !