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La Riforma della Giustizia va fatta: Berlusconi è morto, non avete più scuse

by Stelio Fergola
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riforma giustizia

Roma, 16 giu – Ora che Silvio Berlusconi è morto non ci sono più scuse: la riforma della Giustizia “s’ha da fare”. E non è per nulla facile, chi scrive lo sa bene. Si pensi che lo scomparso sopracitato ne aveva interesse più di chiunque altro e in quasi dieci anni da presidente del Consiglio non è riuscito neanche ad imbastirne le fondamenta. L’attuale ministro della Giustizia Carlo Nordio, ora, sembra si stia muovendo. Ma si andrà in fondo, si andrà oltre o saranno – come sempre – solo parole?

Riforma della Giustizia, serve molto altro

Un appello polemico non può che essere rivolto ai “soliti sinistri”: carissimi – si fa per dire – il supremo maligno è appena deceduto. Non ci sono più imprenditori malvagi, ricchi, mafiosi e assetati di potere che vogliono usare la politica per arricchirsi ancora di più, ovviamente ai danni dei poveri (magari immigrati, giusto per renderla più “di sinistra”). Niente più “principi Giovanni” all’Italiana insomma, contro cui potete fare i Robin Hood all’amatriciana. Di certo, non ce ne sono di ufficialmente interessati alla riforma della Giustizia. Ne deduciamo che non ci siano più scuse a non avviare un cambiamento strutturale necessario ad arginare il clamoroso strapotere dei magistrati nella vita politica italiana. Certo, c’è il dettaglio che voi non lo vedete, fate finta che Magistratura democratica non esista (quando è una corrente ufficiale, non un’invenzione di un oscuro complottista) e quando è stato pubblicato un libro illuminante come Il sistema, in cui Alessandro Sallusti raccoglieva le testimonianze clamorose dell’ex presidente Anm Luca Palamara, avete fatto finta che non sia nemmeno mai uscito in libreria, nonostante il successo clamoroso in termini di vendite. Ma facciamo finta, per un momento, che siate persone serie, e non dei clamorosi boccaloni che hanno inquadrato in Berlusconi il nemico mentre l’Italia si stava letteralmente consegnando alle gabbie di Bruxelles distruggendo tutto il suo apparato industriale e sociale: questo nella peggiore delle ipotesi. Perché nella “migliore” siete semplicemente delle persone marce, in palese malafede, che non vedono realtà evidenti a chiunque non sia in stato di ubriachezza perenne.

Altro che separazione dei poteri, i magistrati dominano l’Italia

Dicevamo, facendo finta che siate normodotati e in buonafede: ora si può, finalmente, riformare ciò che va riformato? Si può finalmente avviare una separazione delle carriere tra pm e giudice? Si può finalmente provare ad inquadrare in modo strutturalmente più consono un potere dello Stato che si permette di impedire – per dirne uno tra i tanti – a un qualsivoglia governo di attuare politiche anti-immigrazioniste? Chissà. I giudici non sono i soli, ma sicuramente tra quelli più influenti. Il modo in cui, dal 1992 in poi, condizionano i destini di questa Nazione è evidente. Nelle politiche economiche ma perfino in quelle migratorie ed etiche. Interferenze su chi ha osato mettere in discussione in passato vincoli esterni importanti, ma anche su chi, come Matteo Salvini, si è permesso di non far sbarcare delle navi cariche di clandestini. Palesi incentivi ad introdurre legislazioni “Lgbt oriented” per così dire, da questioni trans al riconoscimento di bambini nati con l’abominio dell’utero in affitto all’estero. Berlusconi è stato paradossalmente la punta dell’iceberg, dall’alto dei suoi 88 procedimenti penali a carico. Individualmente è stato il recordman, ma se si guarda al fenomeno nel complesso, è semplicemente un puntino nell’universo.

Stelio Fergola

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2 comments

fabio crociato 16 Giugno 2023 - 9:29

Dal 1992 in poi… non facciamo ridere! Tutto marcia dal sessantotto con i magistrati rossi d’assalto. Dapprima veri militanti politici, poi megalomani protagonisti, quindi veri ricchi servi del sistema.
Comunque per chi è ancora con barbetta incompiuta, è bene sapere che frequenze Fabio Carboni-Magistrato e Fabio Carboni-Berlusconi sono provate.
Quindi il vero punto verte sulla capacità di strutturare nuovi esseri umani capaci di giustizia superiore.
La procedura è come il binario necessario ma non sufficiente.

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fabio crociato 17 Giugno 2023 - 1:25

Err. Corr. !! Flavio Carboni non Fabio Carboni. Mi scuso per l’ errore x precipitazione approfittando per segnalare che il libro autobiografico di Flavio Carboni che doveva essere così prossimo alla uscita è bloccato. Perché ? Forse ché la causa trova origine nelle medesime forze che hanno pompato il fenomeno “Gelli” per nascondere il ben più significativo trafficante a vita, a tutto campo, certo Flavio Carboni ? Penso sia davvero compromettente lasciar passare che i traffici, le corruzioni e le appropriazioni illecite siano state le strade “maestre” per arrivare al podio social-politico così da insegnare e denunciare gli altri a non fare parimenti per restare impunemente sulla cresta dell’ onda indegna !!

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